IMG-LOGO
M@gm@ Revue Internationale en Sciences Humaines et Sociales Moteur de recherche interne Revue Internationale en Sciences Humaines et Sociales
Thrinakìa septième édition: prix international d'écritures autobiographiques, biographiques et poétiques dédiées à la Sicile / Sous la direction de Orazio Maria Valastro / Vol.23 N.1 2025

L’isola

DOI: 10.17613/44j27-q4x64

Giuseppe La Rosa

magma@analisiqualitativa.com

Giuseppe La Rosa (Montecchio Maggiore, Vicenza) | L'isola | Seconda opera classificata ex aequo Sezione Poesie L'Isola | Thrinakìa Settima edizione Premio internazionale di scritture autobiografiche, biografiche e poetiche, dedicate alla Sicilia | Motivazione della giuria: Atmosfere nate da un soggetto poetico assorto nella contemplazione di affetti familiari e antropici alla ricerca di un idillio con la terra e il paesaggio in una versificazione lunga in cui tutto sembra predisporre ad una sottile malinconia per non poterne godere. Lo stile è incline verso l’amara elegia.

 

 

IMG

Thrinakìa septième édition: prix international d'écritures autobiographiques, biographiques et poétiques dédiées à la Sicile | 31 mai 2024 | Le Mai des Livres | Palais de la Culture | Ville de Catane

Nelle notti d’estate dell’infanzia,

nella casa di campagna che s’affacciava sui Sicani,

dormivo in una stanza al primo piano

con il soffitto di canne e calce.

 

Al mattino mi svegliava un raggio di sole

che entrava da una piccola fessura accanto alla terza trave.

Ascoltavo allora i rumori che venivano dalla strada,

dai campi colmi di vita a cantare

ed ero rosa del roseto a maggio,

narciso d’argento,

giglio selvatico umido di gocce di rugiada.

 

Di sera, da quel letto,

pregavo Dio perché proteggesse i miei cari,

la cicala che strideva fra le frasche,

la vacca del vicino che ci dava il latte,

i passeri dell’eucalipto sotto cui giocavamo,

le rondini del nido del sottotetto,

le farfalle gialle e quelle bianche,

la luna che sorgeva da dietro il pino,

le stelle che non si potevano contare in cielo.

 

Di quel tempo grandioso porto in me la luce piena,

ché sempre, nelle notti, nei giorni,

torna l’antico suono,

la sacralità del vento che muove le foglie degli alberi,

dell’eco che scivola nell’immensità trasparente della valle,

del sorriso di mia madre che mi carezza i capelli.

 

E persino in mezzo a questa strada,

sostando su un grigio marciapiede,

procede, lo sento, è forte,

dalla cala fonda del mio cuore.