IMG-LOGO
M@gm@ Rivista Internazionale di Scienze Umane e Sociali Motore di Ricerca interno Rivista Internazionale di Scienze Umane e Sociali
Thrinakìa settima edizione: premio internazionale di scritture autobiografiche, biografiche e poetiche, dedicate alla Sicilia / A cura di Orazio Maria Valastro / Vol.23 N.1 2025

Sapori di Sicilia

DOI: 10.17613/y13k5-8c815

Giuseppe Riccobono

magma@analisiqualitativa.com

Giuseppe Riccobono (Bagheria, Palermo) | La premiazione | Terza opera classificata ex aequo Sezione Diari di viaggio | Thrinakìa Settima edizione Premio internazionale di scritture autobiografiche, biografiche e poetiche, dedicate alla Sicilia | Motivazione della giuria: Condividere ricordi, sensazioni ed emozioni, trasformando i sapori della Sicilia in una fonte di nutrimento, energie materne che dilatano l’appagamento dei sensi del corpo nella ricerca di una felicità incorporea sostenuta ed arricchita dal desiderio di evocare profumi e sapori, eventi e accadimenti che alimentino di speranza e serenità il nostro rapporto con il mondo.

 

 

IMG

Thrinakìa settima edizione: premio internazionale di scritture autobiografiche, biografiche e poetiche, dedicate alla Sicilia | 31 maggio 2024 | Il Maggio dei Libri | Palazzo della Cultura | Città di Catania

Anche se l’estate è il momento migliore per goderla appieno, in primavera e in autunno, questo tratto di costa sfodera un fascino incredibile, basta un raggio di sole ed è magia. Ritorniamo a casa per rinfrescarci e per pensare alla cena. Decidiamo di consumare una pizza in un locale lì vicino. Poco distante dal nostro appartamento avevamo notato il locale ristorante e pizzeria “El Sombrero” e già sera, con un po’ di appetito, senza prenotare ci accolgono con familiarità e oltre ai posti nei tavolini occupati nella via, ci invitavano a sederci in un tavolo del giardino interno.

Accanto al nostro tavolo un gruppetto di giovani ragazzi scherzavano allegramente tra loro. La frescura in quel posto era molto piacevole, i camerieri ci fornirono i menù e così iniziammo a leggere le varie portate. Un ragazzo del gruppo accanto che ci avevano notato intenti per la scelta delle specialità, sicuramente del luogo, girandosi garbatamente verso di noi ci chiese se poteva consigliare qualcosa di quel locale.

Il suo modo gentile ci colpì che accettammo volentieri. Prima delle pizze ci consigliava l’antipasto del locale, una specialità da provare: due varianti in pirofila di patate ricoperte di filante mozzarella al forno. Le patate al forno con mozzarella sono un antipasto o un contorno facile e veloce da preparare, con pochi e semplici ingredienti otterrete un piatto ricco e gustoso. Il consiglio di quel ragazzo fu proprio provvidenziale che ordinammo tutti quella specialità. Con questi buoni antipasti poi non siamo riusciti a terminare le nostre pizze che avevamo in precedenza ordinato ma il sorbetto al limone e il parfait di mandorle conclusero deliziosamente quella serata.

Alla fine, prima di andare via e salutare, il ragazzo educatamente si presentò: “Mi chiamo Alfonso, ma tutti qui mi conoscono e mi chiamano semplicemente Fofò, sono oriundo di questo luogo stupendo, se siete in vacanza mi vedrete spesso nel litorale perché faccio parte del team dei tour operator e animazione di San Vito infatti vi posso consigliare per le particolarità del posto”.

Lo ringraziammo caldamente e gli dicemmo che ancora la nostra vacanza era appena iniziata, che avevamo una villetta a disposizione e che sicuramente avevamo modo di incontrarci, lo salutammo con “arrivederci, Fofò a domani!” Riprendevamo a passeggiare anche per favorire la digestione e di aver tanto camminato infine ci siamo seduti nei tavolini all’aperto della gelateria che si trova all’angolo della piazza del Santuario per gustare la specialità del luogo: il famoso dolce: il Caldo-Freddo.

Tutti seduti attorno al tavolino della gelateria avevamo deciso di non prendere tutti la stessa specialità. Tre ordinarono il Caldo-Freddo gli altri due delle coppe di gelato al gusto cassata e panna però poi assaggiavano il Caldo-Freddo. Il Caldo-Freddo di San Vito è una dolcezza totale, il capolavoro della gelateria artigianale. San Vito Lo Capo ne rivendica la paternità in quanto già negli anni '50 veniva servito nei primi bar del paese. Il suo nome, facile da ricordare, deriva dal mix perfetto di gelato e cioccolata calda perché il suo sapore è inaspettato. Non si tratta di una vera e propria ricetta ma di un assemblaggio di ingredienti che dà vita a un dessert strepitoso, golosissimo e dal gusto unico. Metterlo da parte tenendolo in caldo.

Tagliate a metà, nel senso della larghezza, le brioches; inzuppatele leggermente con il rum (fate la stessa cosa col biscotto o il pan di Spagna), e ponetene una parte alla base di un piccolo ‘lemmo’, ossia il particolare recipiente di terracotta smaltata dove di solito si prepara il cuscus alla trapanese, poi sovrapponete un abbondante strato di panna montata artigianale e infine tanto gelato (al caffè, cioccolato, nocciola, bacio o pistacchio) livellandolo con il dorso di un cucchiaio; poi ponete su di esso l’altra metà di brioche (sempre inzuppata di rum), depositate un ulteriore strato di gelato e completate ancora con la panna. Ricoprite il tutto con il caldo cioccolato fondente già fuso.

Eravamo soddisfatti, comodamente seduti, vedendo passeggiare la gente e osservati con invidia senza comprendere che era già notte. Dovevamo rassegnarci e andare via per il ritorno a casa, lentamente ricordando a tratti ciò che avevamo appena consumato, eravamo soddisfatti che subito siamo andati a riposare. Già erano trascorsi velocemente due giorni. Il giorno seguente, martedì, il vento di scirocco era aumentato e Antonio che già di mattina presto era andato a correre per allenarsi in spiaggia riferì che quel giorno non era conveniente andare al mare a causa del mare molto mosso e con alte onde. Tutti decidiamo per una breve passeggiata per il centro storico.

Ma per una vacanza in Sicilia non può mancare l’esperienza gustativa, la sua eccellente cucina riunisce e pacifica tutti i palati attorno ai suoi piatti più famosi e i dolci più prelibati e ai prodotti locali e i vini di ottima qualità. Passando per via Mondello ci colpì la pubblicità di un locale che vendeva tra le tante specialità anche i “pirureddi”.

Per curiosità avevamo chiesto notizie di questa singolarità. Una graziosa commessa spiegò che non erano complicati, ma molto appetitosi e con molta dovizia spiegò tale esclusività: Il piruneddu. Si prende il pane in pasta e di fanno dei dischetti rotondi e vi si sfrega la sugna o l'olio si arrotolano e si mettono da parte.

Nel frattempo si lavano gli spinaci e si sfregano con il sale e si strizzano in modo che esce tutta l'acqua, dopo si condiscono con olio, cipollina e aglio. Si riprende il pane in pasta e si stira con il mattarello al centro si mettono gli spinaci, pepato fresco e salsiccia sbriciolata, così per ogni dischetto si chiudono la un lato e in forno a 180/200 gradi per 20 minuti.

Nicola, ascoltando il nome “piruneddu” e il tono canzonatorio della commessa gli causò tanta ilarità. Quel giorno abbiamo portato a casa per pranzo due “pirureddi” per ognuno, ricordando con ilarità la commessa che ancora ci illustrava la ricetta di quei “pirureddi”.

Per quella sera, un po’ stanchi per il da fare della giornata, per terminare la serata, si decise di fare una piccola passeggiata in paese per svagarci e consumare qualcosa al bar incontrando fortunatamente il giovane Fofò. C’era qualcosa in questo giovane che suscitava curiosità e simpatia, si sedette con noi al tavolino del bar e chiese di noi, se da qualche giorno avevamo scoperto qualcosa di San Vito.

Gli rispondemmo che avevamo visto qualcosa ma ancora eravamo all’inizio della vacanza e si trascorreva la giornata maggiormente sulla bella spiaggia e al mare e scoprire le specialità gastronomiche del luogo, la sera si passeggiava per vedere la gente e il paese. Senza volerlo iniziò a parlare del paese di San Vito e della sua vita. Alfonso, quel ragazzo conosciuto al ristorante dal nome non comune, ci aveva colpito per la sua simpatia e la semplicità d’animo infatti tutta la famiglia sicuramente desiderava rivederlo all’opera in quei luoghi.

Alfonso detto Fofò era molto noto a San Vito, ce ne accorgemmo dopo perché in tutte le occasioni lo ritrovavano sempre presente ed era notato e salutato. Era di buona famiglia, figlio di un noto avvocato, aveva conseguito il diploma al liceo classico, non aveva problemi economici. 

Aveva un bel fisico, ben palestrato, il classico uomo di mare, tutto muscoli e abbronzato. Capelli folti biondi tirati dietro a spazzola, occhi azzurri, il sorriso splendente. Vestiva alla pescatora con pantaloni bermuda, camicia colorata sbottonata e scarpe di tela basse. Col suo sorriso accattivante e semplice sapeva dialogare con chiunque, dai bambini fino alle persone anziane.

Così pian piano instaurò con lui una bella conoscenza e garbata amicizia, come Fofò preferiva enunciare, tanto lì in quel posto paradisiaco era considerato l’amico di tutti... Al sottoscritto, perché capofamiglia era stata delegata la parte logistica di quel soggiorno, ne approfittai per conoscere più a fondo la gastronomia trapanese e quella locale e anche per avere maggiori informazioni del luogo per trascorrere meglio quel soggiorno vacanziero.

Tutti conoscevano il giovane, soltanto dire “Fofò” che già iniziavano immediatamente a parlare di lui, con tono paternale, sia bene che male. Nel bene, nel senso che ciò che portava a termine era utile nel contesto dell’intrattenimento mondano dei vacanzieri e per l’economia paesana, infatti a lui si rivolgeva chiunque aveva un’attività turistica e chi doveva preparare un evento o manifestazione mondana. Nel male, perché tante volte era stato visto assieme a tante belle figliole e a qualcuna aveva infranto il cuore, infatti circolavano tante voci negative: tante love story e alcune anche memorabili che la gente del luogo riferiva senza censura però tutti gli volevano bene.

Capitava ogni tanto qualche scenata di qualcuna di queste ragazze che aveva avuto un piccolo flirt, che ritornava nuovamente per le vacanze a San Vito solamente per rivedere il giovane e cercare di riprendere confidenza dal punto in cui avevano interrotto.

Fofò per amicizia era molto attento, chiariva subito che le sue intenzioni erano solo per divertimento. Raccontava, quando si era in confidenza, seduti al bar di alcuni scorci della sua vita privata, infatti la paragonava al celebre film di Federico Fellini “I vitelloni”, perché "vitelloni" vengono chiamati, nelle città di provincia in riva al mare, quei giovani di buona famiglia che passano la loro giornata nell'ozio più completo, tra il caffè, il biliardo, la passeggiata, gli inutili amori e i tanti progetti.

Fofò era simile a Fausto uno dei cinque personaggi di quel film della stessa trama. Perché quel Fausto amoreggiava con Sandra, ma correva dietro a tutte le donne. Ma al contrario del film Fofò asseriva che attualmente non aveva alcun legame matrimoniale con nessuna donna, soltanto amicizie e piccoli flirt, gli piaceva trascorrere così la sua vita.

Unico cruccio era linverno, a San Vito era proprio dura perché deserta e poca gente, si doveva inventare sempre qualcosa. Ci consigliò di assaggiare nello stesso ristorante dove ci aveva conosciuto la specialità del luogo: il Matarocco con crostini alla Trapanese.

A Fofò piaceva tanto la nostra compagnia e cercava in tutti i modi di essere presente e consigliarci per trascorrere una bella vacanza ed essere di aiuto. Quel consiglio di assaggiare la specialità del matarocco alla trapanese ci stupì perché non avevamo avuto notizia e neanche sentito dire. Fofò continuò: Il "Matarocco" è uno tra le pietanze più antiche di questo territorio. Difficile, se impossibile, ormai trovarlo tra le liste delle portate del ristorante. Molto più semplice è poterlo vederlo, ancora oggi, mangiare nelle case dei pescatori trapanesi.

È, infatti, realizzato con semplici ingredienti base della cucina siciliana: pomodorini, basilico, aglio, sale, olio evo, pepe nero e crostini di pane. Tutto questo può servire anche come condimento per la pasta.

Il mercoledì, dopo aver fatto colazione con le nuove delizie della pasticceria “Capriccio”: Bomboloni con crema, cannolo con granella di pistacchi, cornetto al pistacchio e genovese con ricotta.

Si pensava di andare al mare con passo lento da passeggio giungendo in quella parte di spiaggia riservata ai disabili. Siamo accolti dal personale con tanta familiarità e professionalità, ci illustrarono i compiti dell’associazione e come avevano raggiunto l’obiettivo di poter occupare una parte di quell’arenile.

Così per quel giorno viene assegnata la collocazione più agevole con il lettino e l’ombrellone vicino il bagnasciuga. Nicola era molto entusiasta dell’accoglienza e finalmente poteva soddisfare il suo desiderio di poter fare il bagno nell’acqua di mare.

Così preparato per fare il bagno, venne trasferito nello job, cioè il mezzo mobile con ruote galleggianti e trasportato in acqua. Qui con l’attenzione dei familiari e il controllo degli addetti del salvataggio, Nicola già immerso nell’acqua era molto soddisfatto, rideva e ringraziava per quei momenti di relax.

Quell’acqua del mare cristallina permetteva di vedere il fondale e i tanti pesciolini che ci attraversavano. Dopo il bagno, si ritornava nella postazione assegnata. Ad attendere accanto a noi c’erano già i nuovi conoscenti, amici di giornata e di colloquio.

Il professore di matematica da molto in pensione, che ci illuminava delle sue esperienze scolastiche. Il professore di lettere, anche lui da tanto in pensione con le sue reminiscenze letterarie, ci proponeva le sue composizioni. Il dipendente di una grande televisione, ci parlava delle sue esperienze di soggiorno in quella zona bellissima che lui aveva adottato per la bellezza del posto e dei posti che ritornava volentieri a visitare come la Baia Santa Margherita.

Questa splendida spiaggia, incastonata su un tratto di costa incontaminata, si trova alle porte di San Vito Lo Capo, tra Castelluzzo e Macari, le due piccole frazioni del Paese. Il paesaggio circostante è un vero spettacolo, con le colline della Valle degli Ulivi alle spalle e ai lati le Falesie di Cala Mancina e il profilo di Monte Cofano.

Un trenino gratuito parte dal Parcheggio e vi accompagna lungo tutta la costa per farvi scoprire la bellezza delle piccole calette solitarie (in estate un po’ meno solitarie). Ogni tanto si vedevano la comparsa di venditori anche di colore, abituali della spiaggia: Il venditore di cocco, di melone, di souvenir, di teli, cappelli e tanti altri.

Inaspettatamente compare Fofò, con la sua bicicletta del tipo olandesina color rosa che canzonava i volontari infatti li conosceva bene chiamandoli per nome. Ci scorge e si avvicina: “Buongiorno carissimi, come vedete sono qui a salutare gli amici…” Risposta in coro: “Ciao Fofò, come mai qui?” Rispose, volgendo lo sguardo come per cercare qualcosa o qualcuno: “Generalmente giornalmente vengo qui a vedere gli amici e in particolare qualcuna che oggi non vedo”.

Una volontaria dell’associazione intervenne: “è vero il bel Fofò in questo periodo ci viene a trovare spesso, sicuramente per merito di Ingrid, la volontaria nordica che da qualche mese è qui con noi e che piace tanto al Fofò”. Fofò sorrise e rivolgendosi alla volontaria le disse: “Amelia, piccola strega, perché Ingrid oggi non c’è? E’ successo qualcosa?”

La volontaria Amelia gli rispose acidamente così: “Ehi Ganimede, Ingrid per oggi non ti ha detto che non veniva da noi perché doveva andare a prendere i suoi genitori all’aeroporto?” Fofò accigliato rispose: “Accidenti, Amelia, l’ho proprio dimenticato, adesso devo rimediare e correre a casa sua …”

Riprese la bicicletta di corsa e salutò tutti con tanta fretta per andare via. Non avevamo visto questa volontaria di nome Ingrid e quanto successo creò una piccola curiosità a tutti noi. La volontaria Amelia rivolgendosi a noi sorridendo commentò: “Eh Fofò, non metterà mai la testa a posto… per ora è tutto Ingrid, con gli anni vedremo se un bel mattino si sveglierà e avrà il desiderio di mettere su famiglia, non gli manca nulla.”

Continuò a parlare di Fofò: “è un bravo ragazzo, intelligente e solare, lui è San Vito, non il santo ma il luogo e tutto paese, il sindaco dovrebbe dargli le chiavi del paese, è diventato un’istituzione, tanti anni fa ha corteggiato anche me, è il suo carattere”.

Già l’ora del pranzo. Si commentava con gli altri conoscenti i vari menù che ognuno aveva preparato e che si apprestavano a desinare. Lentamente ritornavamo a casa, ammirando i vari panorami che vedevamo e tutto ciò che colpiva la nostra curiosità.

Dai tipi strani, alle tante veneree bellezze in mostra, dai tanti bambini capricciosi, agli atleti in allenamento, ai giocatori di bocce a chi giocava a palla. L’interesse si spostava continuamente e faceva rallentare l’andatura.

La solita Giulia cercava dove comperare pezzi di rosticceria per calmare la sua voglia di mangiare delle specialità del luogo già preparate: calzoni, schiacciate, panini “cunzati”, arancine o altro. Il pane “cunzato”, ovvero il pane condito, è "panino" tipico" della tradizione siciliana.

Tradizionalmente il pane cunzato viene condito con abbondante olio extravergine di oliva, pomodori, formaggio primo sale siciliano, origano e acciughe sottolio. Spesso per condire il pane cunzato vengono aggiunti altri prodotti tipici della cucina siciliana come ad esempio i capperi, le melanzane, la ricotta salata, le olive, il basilico o del tonno, ma ognuno può arricchire il pane cunzato con gli ingredienti che preferisce. La ricetta originale prevede l’utilizzo di un’unica pagnotta o di un filone da mezzo chilo. Potete sostituire i pomodorini ciliegino con dei pomodori maturi tagliati a fette.

Così a Giulia la fortuna gli arrideva sempre, perché lungo il cammino trovava sempre diversi esercizi gastronomici o panifici o rosticcerie. Rientrati a casa si assaporava il fresco dell’aria condizionata, una sbrigativa doccia e dopo con tanta libertà si preparava il lauto pranzo.

Nel pomeriggio lungo le stradine, gelsomini profumati inebriano l’aria, mentre sulle costruzioni più antiche si aprono grandi portoni colorati che un tempo servivano per lasciare passare i carretti. Sulla Litoranea che la costeggia si affacciano numerosi ristoranti e bar, dove si può comodamente fare uno spuntino o pranzare con vista mare e dove è bello tornare la sera per incontrare gli amici.

Ed ecco giunto il giovedì. Nicola poteva rifare nuovamente il bagno al mare, finalmente tanto contento di aver trovato quelle comodità. Quel giorno, come novità, si allenavano con i wind self tanti appassionati di questo sport, molti perdevano l’equilibrio e cadevano elegantemente in acqua per poi risalirvi e continuare, un modo inconsueto di divertimento. Uno sport per tutte le età. Qualcuno tanto esperto veleggiava velocemente al largo.

Dopo il bagno, si ritornava nella postazione assegnata. Ad attendere accanto a noi ancora i soliti amici: Il professore di matematica, di lettere, il dipendente televisivo e le rispettive mogli. Ognuno aveva da proporre un locale da visitare. Tutto si svolgeva in un clima familiare, come conoscenti di vecchia data.

IMG

Download Vol.23 N.1 2025

IMG

Collection M@GM@

DOAJ

I QUADERNI DI M@GM@

M@GM@ OPEN ACCESS