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    Marco Pasini - Giorgio Maggi (sous la direction de)

    M@gm@ vol.7 n.2 Mai-Août 2009

    ITINERARI VISUALI



    Marco Pasini

    paso74@libero.it
    Master Teoria e Analisi Qualitativa. Storie di vita, biografie e focus group per la ricerca sociale, il lavoro e la memoria - Università di Roma La Sapienza; Stage a Biblioteche di Roma, L’album di Roma. Fotografie private del Novecento; Ricercatore ne Le borgate di Roma come luoghi significativi della memoria urbana, come risorse umane e premessa per il superamento della dicotomia centro-periferia, diretta dalla Prof.ssa Maria Immacolata Macioti; Ricercatore presso Labos – Fondazione Laboratorio per le politiche sociali; Relatore in Conferenze italiane e europee; Autore di pubblicazioni nazionali e internazionali.

    Giorgio Maggi

    giorgio.maggi@email.it
    Master di II livello in Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane, Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre; Laureato in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass-media, Università degli Studi di Roma "La Sapienza"; Attualmente collabora con la Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre, nella cattedra di pedagogia sociale e pedagogia del lavoro alle attività didattiche ed organizzative del Master di I livello GESCOM, Gestione e Sviluppo della conoscenza nell’Area delle Risorse Umane; Docente di corsi di Comunicazione Non Verbale; Docente a contratto nel laboratorio di pedagogia delle risorse umane e delle organizzazioni allo IUSM di Roma, Istituto Universitario di Scienze Motorie, nel corso di laurea specialistica di Management dello Sport; Membro dell’IVSA, International Visual Sociology Association.



    Per presentare e introdurre “Itinerari visuali” ho trovato ispirazione dalle mail di servizio che ci siamo inviati io, Marco Pasini, e Giorgio Maggi; promotori e curatori del progetto. Il rapporto epistolare on line che si è instaurato, fa comprendere la volontà di entrambe ad iniziare un percorso nuovo e audace, per responsabilità organizzativa e coscienza scientifica, oltre a sottolineare la passione comune per un metodo di studio e ricerca ancora ampiamente esplorabile.

    Il prodotto finale aspira ad avere come oggetto non tanto l'identità disciplinare dei visual studies (e più propriamente della Sociologia visuale, data la nostra provenienza accademica e l’entità degli autori invitati a partecipare), ma la sensibilizzazione e l'attenzione verso un approccio conoscitivo che predilige usare le immagini come indicatori della realtà sociale piuttosto che altri linguaggi... o meglio, in integrazione ad essi. Un approccio che sarà sempre più centrale nel futuro delle scienze sociali che dovranno accettarla pena una limitazione concettuale/procedurale delle stesse nel panorama della ricerca scientifica. Abbiamo concesso ampio respiro ai case study e all’approfondimento empirico proprio per catapultare l'attenzione direttamente sul campo e per cercare di colmare, nello spazio a nostra disposizione, quella lacuna che più voci lamentano riguardo questo ambito: la pratica. Cercando così di ottenere il confronto e la conferma rispetto ad una già ricca ed esauriente teoria, che in ciò trova un omaggio alla propria validità e attendibilità.

    Il lavoro sarà diviso per settori e modalità:
    Editoriale;
    Sezione approcci e metodologie - Qualità e quantità: due facce della stessa medaglia (Prof.ssa Giovanna Granturco, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione, Roma “La Sapienza”), - Introduzione al metodo visuale (Prof. Francesco Mattioli, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione, Roma “La Sapienza”) - Sociologia visuale: storia, caratteristiche, strumenti (Dr. Marco Pasini);
    Sezione nuovi percorsi - Il corpo, lo sport, le immagini (Prof. Nicola Porro, Scienze Motorie, Università di Cassino) - La cultura della simultaneità nel Taijiquan and Qigong Day (Prof. Sergio Raimondo, Scienze Motorie, Università di Cassino);
    Sezione ricerca empirica e studi di caso - Gli aspetti soft negli sport da combattimento: prove di laboratorio per una ricerca visuale empirica (Dr. Giorgio Maggi, “Roma Tre”) - Luce e Lettura. Un laboratorio per l’interpretazione della foto storica nella scuola dell’infanzia (Dr.ssa Patrizia Cucchi, “Roma Tre”) - L’identità femminile e le arti marziali nell’immaginario contemporaneo (Dr.ssa Anna Ruscio, IUSM di Cassino) - Mission 89: Expo Hanover (Dr. Marco Pasini) - Due migrazioni: appunti di FotoGrafia (Marco Delogu, fotografo/documentarista).

    L’auspicio che ci prefiggiamo è quello di gettare un occhio alla Sociologia visuale tout court, utilizzando il visuale come nuova lente d’indagine per uno sguardo al futuro su una metodologia che può risultare una fonte privilegiata nell'arena scientifica del XXI secolo. Da qui l’idea di un laboratorio visuale permanente all’interno della rivista, dove sperimentare e testare il metodo, riportare casi di studio e nuove prospettive. Poi se questo un domani possa porsi come preludio per una rivista italiana di Sociologia visuale, nessuno lo può dire… o forse sì.

    Marco Pasini

    Questo numero monografico di magma vuole invitare il lettore ad una piacevole passeggiata conoscitiva alla scoperta degli innumerevoli “itinerari visuali” che si dischiudono dinnanzi a noi. Basti pensare alle moltissime esperienze visuali dei fenomeni sociali provate da noi tutti i giorni per raggiungere la consapevolezza immediata dell’enorme potenzialità offerta dal visual come approccio conoscitivo ma più in generale anche come stile di vita, per dare un tocco di postmoderno, inteso come modalità ecologica di concepire l’immagine e l’atto del guardare. Riappropriarsi quindi del gusto di osservare, di guardare panorami multipli da un “occhio policentrico”, e non spiare, invadere con l’occhio vouyeristico ispirato dalla logica del consumo e della volubilità. L’obiettivo allora è quello di conferire dignità e riconoscimento, non solo scientifico, ma anche sociale e culturale, alla dimensione visuale della realtà la quale sembra affetta da una grave forma di bulimia iconica. Grandi abbuffate di immagini, fisse e in movimento, che vengono rigettate dagli individui sottoposti quotidianamente al ciclo ininterrotto del desiderio-consumo-rigetto.

    Le piacevoli passeggiate dentro gli itinerari visuali, invece, distolgono la nostra attenzione dal fast food delle immagini e ci invitano a seguire una salutare dieta all’insegna della lenta riscoperta del senso profondo di costruire e usare immagini per conoscere, vivere e relazionarsi.

    Possiamo scegliere di intraprendere diversi itinerari, da un sentiero a una scorciatoia, da una piccola strada ad una estesa autostrada, ma quello che abbiamo di fronte è pur sempre un panorama iconico e iconografico che rende conto della complessità della realtà sociale e ci fornisce nuovi stimoli e strumenti per conoscere ed imparare nelle sfide del futuro.

    Tra i due litiganti il terzo gode verrebbe da dire con una massima popolare, in riferimento all’eterna disputa tra qualità-quantità nella ricerca sociale. Tra l’euristica liquida dei concetti e la fredda compostezza dei numeri si fa largo il carattere caldo ed esplicativo delle immagini, in grado di configurarsi come degli indicatori visivi della realtà completi e validi, che non hanno eguali nel linguaggio verbale e/o numerico. Suscitare nel ricercatore-fruitore un’efficace rapporto d’indicazione con la realtà completo e valido.

    Da quel lontano 1993, anno del convegno organizzato dalla sezione Metodologia dell’AIS intitolato Il sociologo e le sirene, la sfida dei metodi qualitativi in cui si discusse del rapporto tra qualità-quantità nella ricerca sociale di strada ne è stata fatta – grazie soprattutto a pionieri lungimiranti come Francesco Mattioli e Patrizia Faccioli - e, ad oggi, il dibattito si è arricchito di un nuovo elemento che presumibilmente nel medio-lungo termine finirà per prevalere su i suoi contendenti.

    Non è un auspicio ottimistico ma una constatazione genuina del fatto che i tempi cambiano anche nei modi e negli approcci di fare ricerca (sociale e non), ed anche per i più restii conservatori è giunto il momento di cedere il passo e prepararsi al futuro.

    Giorgio Maggi


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    M@gm@ ISSN 1721-9809
    Indexed in DOAJ since 2002

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