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  • Itinerari visuali
    Marco Pasini - Giorgio Maggi (sous la direction de)

    M@gm@ vol.7 n.2 Mai-Août 2009

    L’IDENTITÀ FEMMINILE E LE ARTI MARZIALI NELL’IMMAGINARIO CONTEMPORANEO



    Anna Ruscio

    annaruscio@hotmail.it
    Laureata di I livello in Scienze Motorie all’Università degli Studi di Cassino, Facoltà di Scienze Motorie, discutendo una tesi dal titolo “L’identità femminile e le arti marziali nell’immaginario contemporaneo”.

    La mia ricerca si è proposta di analizzare l’identità femminile nelle arti marziali nel nostro tempo.

    Durante la storia la donna diventa un perno fondamentale nella guerra e nella lotta di sopravvivenza, mentre contemporaneamente esprime un processo evolutivo, tale da sconvolgere alcuni assetti della cultura tradizionale.

    La donna ha subito una notevole evoluzione, dapprima era identificata in una posizione di sola inferiorità, e quindi sottomessa al controllo dell’uomo. Era quindi come un elemento succube nella storia e nelle azioni maschili, non riconoscendole la dovuta specificità di agente di trasformazione sociale, che da oggetto si fa soggetto di cultura e di aggregazione.

    Oggi invece la donna ha “combattuto” il controllo maschile, arrivando finalmente alla parità dei sessi, sul piano legale, ma purtroppo è ancora succube del controllo dell’uomo, in quanto subisce violenze. Finalmente è con l’arrivo dell’autodifesa che anche questo controllo pian piano svanisce, in quanto la donna cerca di affermare se stessa, acquistando un elevato grado di autostima. Grazie all’autodifesa riuscirà ad abbattere le barriere e finalmente saprà difendersi da questo fenomeno spaventosamente in aumento. Prima di intraprendere il cammino verso l’autodifesa, però, è necessario percorrere un sentiero interiore che porti all’accrescimento della propria autostima, che in alcune donne, risulta essere molto bassa, perché indotto, purtroppo e soprattutto dal mondo maschile.

    Sulla base di queste considerazioni nasce così l’idea di elaborare un lavoro inerente la condizione della donna, nonostante rappresenti un campo d’indagine per lo più inesplorato, comunque interessante per comprendere come un movimento di emancipazione femminile possa coinvolgere anche le arti marziali.

    Lo scopo del presente elaborato diventa quello di analizzare il mutamento che ha investito la donna nella storia dell’umanità scrutando l’immaginario contemporaneo dalla particolare angolatura delle arti marziali.

    Il metodo utilizzato è quello della sociologia visuale, disciplina emergente nelle scienze sociali e ancora poco conosciuta nei suoi aspetti teorici e metodologici. È l’immagine che domina la scena sociologica sia come oggetto di studio che come strumento di ricerca, ma non basta utilizzare delle immagini per fare della sociologia visuale.

    Si possono delineare tre aree metodologiche.

    • Sociologia con le immagini, che è l’area della ricerca vera e propria e riguarda la produzione o l’uso di immagini come dati per l’analisi dei comportamenti o come strumenti per raccogliere le informazioni. Le tecniche più consolidate sono:
    L’intervista con foto-stimolo (photo-elicitation);
    la produzione soggettiva di immagini (native image making);
    la ricerca video-fotografica sul campo (che comprende l’osservazione partecipante, la ripetizione fotografica e la videoregistrazione dell’interazione).

    • Sociologia sulle immagini che comprende l’interpretazione che significa l’identificazione dei significati simbolici delle immagini che sono state prodotte nel corso di un’attività sociale, come ad esempio tutte le dimensioni del mondo visibile e della cultura materiale; e la spiegazione, cioè il processo di identificazione e analisi dei significati simbolici/culturali/storici di immagini che sono state prodotte allo scopo di raccontare una storia, ad esempio film di fiction, fotografie, fumetti, storie illustrate.

    • Restituzione che include la visualizzazione, cioè la rappresentazione visuale dei dati (grafici, mappe, diagrammi, tabelle e modelli) che serve a chiarire le relazioni che ci sono fra i concetti, o anche a crearne di nuovi. E include anche sequenze fotografiche e video, allo scopo di comunicare un messaggio riguardante i comportamenti studiati. Si tratta di presentare i risultati della ricerca sotto forma di un saggio sociologico visuale, che, a differenza del documentario, è costruito tenendo sotto controllo i criteri su cui si basa la ricerca sociologica.

    In conclusione questo è un metodo che si avvale di un “guardare” disciplinato, intenzionale, che coglie il mondo nella sua strutturazione naturale, ma anche nel suo essere allo stesso tempo un mondo di significati.

    Parlare di identità femminile significa parlare di corpo femminile che secondo le più recenti impostazioni storiografiche e sociologiche non è più riconducibile al solo dato anatomico e fisiologico, ma è indagato per il suo valore simbolico nei rapporti sociali tra i sessi. Parlando di corpo femminile, è necessario parlare anche di violenze sul corpo femminile. La violenza dei maschi è la prima causa di morte e di invalidità per le donne tra i 16 e i 44 anni, questo è purtroppo un dato sconvolgente proveniente da una ricerca della Harvard University resa nota dal Consiglio d’Europa. Di qui possiamo capire l’importanza dell’autodifesa per la donna che non risulta essere una moda, ma una necessità e deve essere innanzitutto un atteggiamento mentale. Prima di intraprendere il cammino verso l’autodifesa, però, è necessario percorrere un sentiero interiore che porti all’accrescimento della propria autostima, che in alcune donne, risulta essere molto bassa, perché indotto, purtroppo e soprattutto dal mondo maschile.

    In questo lavoro risultano cruciali i personaggi femminili nell’immaginario contemporaneo. Passiamo da Modesty Blaise, un’avventuriera dal burrascoso passato, orfana che impara i segreti delle arti marziali per cavarsela nella vita, a Cleopatra Jones, una giovane donna di colore che ha cambiato la storia delle donne afroamericane, in quanto questo personaggio è sorto nel periodo della blaxploitation.


     
    Fig.1 Modesty Blaise   Fig.2 Cleopatra Jones

    Arrivando ai giorni nostri possiamo analizzare i quattro personaggi femminili del film Kill Bill, strepitoso film variegato di giustizia, di vendetta, ma anche di amore materno e arti marziali, arti marziali nelle mani delle donne. I combattimenti che si vedono nelle scene del film sono molto fini e inoltre vengono ben studiati dalle combattenti.

    Come protagonista abbiamo la Sposa, massacrata e mandata in coma nel giorno più bello della sua vita: le nozze. È una figura estremamente complessa, ha sofferto molto e dopo essersi svegliata dal coma e dopo aver scoperto che la bimba che aveva in grembo è morta, è assetata di vendetta e giustizia.

    Altro personaggio è Vernita Green, una figura con l’argento vivo addosso. Nel film si vede un combattimento le cui armi sono coltelli e calci. Beatrix fa una promessa a Vernita, di non ucciderla davanti agli occhi della figlia, ma purtroppo viene meno a questa promessa. (e nonostante sia un film che parla di violenza e vendetta si intravede il senso materno tipico della figura femminile).

    Passiamo ad O’Ren Ishii, una ragazza che fece la sua prima esperienza con la morte a soli 9 anni quando i suoi genitori vennero uccisi. Crescendo è diventata la boss della malavita di Tokyo. Quando si trova a combattere con la Sposa, dapprima la schernisce, ma poi le chiede scusa, perché Beatrix la ferisce, per poi ucciderla.

    Ultimo personaggio è Elle Driver, una figura cattiva, avida e gelida, che uccide il suo maestro di arti marziali, che ucciderebbe chiunque a sangue freddo. È una figura perfida, e la più spietata nel film. Durante la lotta finale Elle e Beatrix scendono ad un livello davvero infimo tanto che il regista parla di “battaglia delle giganti bionde”.

    Queste figure risultano essere molto simili, ma allo stesso tempo molto diverse. La diversità che le accomuna è lo scopo per cui utilizzano le arti marziali, da un lato troviamo personaggi che combattono solo per far del male, col puro scopo, quindi di “uccidere”, e di arrecare danno all’altro senza sapere né come né quando; dall’altro troviamo la Sposa che si serve del potere delle arti marziali per vendicarsi, per vendicare la propria vita che le è stata strappata nel giorno più bello della sua vita. Ma l’altro scopo che ha avuto la Sposa era quello di vendicare la vita della bambina che portava in grembo, e che credeva fosse morta al momento del suo risveglio dal coma.


     
    Fig. 3 la Sposa   Fig. 4 Vernita Green
         
     
    Fig. 5 O’Ren-Ishii   Fig. 6 Elle Driver

    Le arti marziali hanno assunto un ruolo importante sulla costruzione dell’immaginario contemporaneo, offrendo il loro contributo nella formazione di consumi della società. Ad esempio c’è l’integratore Immun’Age che combatte i radicali liberi e l’invecchiamento e l’azienda ha pensato bene di presentare una donna armata di katana che “combatterebbe” i radicali liberi. Poi c’è la Findomestic Banca che usa l’immagine di una karateca e due slogan “il credito che difende i tuoi interessi” e “fai ora la tua mossa vincente” per pubblicizzare un finanziamento. Possiamo passare ad Holiday Heroes, una campagna che ha fatto la Puma tutta a sfondo marziale che vede l’attrice del film La tigre e il dragone combattere contro i nemici. Infine c’è la Yoga che ha pubblicizzato Yoga AQ, Antiossidante Quotidiano, un succo di frutta che vede una ragazza che combatte a colpi di kung fu degli uomini in nero che rappresentano i radicali liberi.


     
    Fig. 7 Immun’Age Starter   Fig. 8 Findomestic Banca
         
     
    Fig. 9 Holiday Herpes: Puma   Fig. 10 Yoga AQ



    A conclusione di quanto scritto, fino ad ora appare chiara l’importanza della figura femminile nell’uso delle arti marziali nell’immaginario contemporaneo. I due terreni principali su cui si è verificato questo fenomeno sono il cinema e la pubblicità. Nel primo si è espressa una ricca multilateralità di caratteri femminili, nel secondo il binomio arti marziali - figure femminili si rivela un potente strumento di comunicazione.


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    M@gm@ ISSN 1721-9809
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