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  • Communauté et relations sociales
    Nicola Cavalli - Oscar Ricci - Elisabetta Risi (sous la direction de)
    M@gm@ vol.4 n.1 Janvier-Mars 2006

    LA BLOGOSFERA: UN ESEMPIO DI COMUNITÀ VIRTUALE? [1]


    Alessandra Micalizzi

    alessandra.micalizzi@iulm.it
    Dottoranda in Comunicazione e Nuove tecnologie (XX ciclo) presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM; collabora a attualmente con l’Istituto di Comunicazione della suddetta Università.

    Valentina Orsucci

    valentina.orsucci@iulm.it
    Dottoranda in Comunicazione e Nuove tecnologie (XX ciclo) presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM; collabora a attualmente con l’Istituto di Comunicazione della suddetta Università.

    1. Introduzione

    Non esiste ancora un’unica definizione di comunità virtuale, né un pieno accordo sulla correttezza dell’utilizzo del termine “comunità” per indicare realtà così effimere e instabili quali sono per natura i fenomeni connessi alla rete. Nonostante ciò, sono già numerosi gli studi, compreso quello che qui proponiamo, che si pongono l’obiettivo di capire se un determinato fenomeno annesso ad Internet possa essere considerato una forma di “comunità virtuale”, alla luce delle definizioni che di tale realtà sono state proposte da Rheingold (1993) in poi.

    L’obiettivo del nostro contributo è quello di provare a definire la “Blogosfera” rispetto al concetto di comunità virtuale. Precisiamo innanzitutto la nostra forte intenzione di rispettare l’essenza della Blogosfera quale realtà complessa, in termini di struttura interna ma soprattutto di significati ad essa associati; non andremo quindi alla ricerca disperata di una definizione semplice e netta che, per quanto utile, risulterebbe necessariamente forzata o riduttiva. Prenderemo invece in considerazione gli elementi peculiari e ricorrenti nelle varie definizioni di comunità virtuale che nel tempo sono state proposte, per verificare quanto e come ognuno di essi si adatti a descrivere la Blogosfera, per poi proporre una sua differente collocazione concettuale.

    Vedremo infatti come il Mondo-blog sia, contemporaneamente, qualcosa di più e qualcosa di meno rispetto a una comunity, una realtà al tempo stesso sociale e prettamente individuale, che necessita, per essere compresa e quindi studiata, di una peculiare e distintiva collocazione semantica.

    La nostra proposta interpretativa trae spunto dai risultati di una ricerca scientifica sul fenomeno dei blog personali in Italia, condotta dall’Istituto di Comunicazione dell’Università Iulm di Milano, e avente l’obiettivo di indagare il ruolo di questa particolare forma di narrazione virtuale nella costruzione dell’identità. Per condurre tale studio sono stati utilizzati strumenti sia di tipo quantitativo che qualitativo. In modo particolare, grazie alla collaborazione di Splinder, è stato possibile raccogliere più di 600 questionari, compilati in modalità CAWI; per indagare motivazioni, atteggiamenti e vissuti sono state invece condotte 27 interviste in profondità via e-mail e 5 focus group tradizionali. Di tutto il materiale raccolto, in questo contributo si prendono in considerazione solo quello relativo all’argomento Blogosfera, rimandando altrove (Micalizzi, in corso di pubblicazione) per i risultati dell’intera ricerca.

    Trattandosi di uno studio focalizzato sui blog personali-identitari, esso dà un’immagine inevitabilmente parziale della ricca ed eterogenea realtà blog. Ciononostante, riteniamo che l’utilizzo dello sguardo dell’autore come punto di vista elettivo per la percezione della Blogosfera può far emergere spunti interpretativi interessanti e generalizzabili.

    Le considerazioni qui presentate verteranno, infatti, soprattutto sulle riflessioni sul Mondo-blog proposte dai blogger stessi e sui loro personali racconti. Durante le interviste e i focus group, infatti, abbiamo chiesto ad alcuni soggetti di descrivere la Blogosfera, attraverso l’uso di metafore e di test proiettivi, per capire a quale universo simbolico e a quale sfera di significati essa fa riferimento. Oltre a ciò, abbiamo raccolto i racconti delle loro personali esperienze, per comprendere il modo in cui essi vivono e percepiscono la propria soggettiva presenza all’interno di questo ambiente virtuale. Cercheremo in questo modo di capire la Blogosfera non dal punto di vista di chi la studia ma da quello privilegiato di chi la vive e può per questo definirla, raccontarla e comprenderla meglio di qualunque analista.

    2. La Blogosfera come nuova realtà della Rete

    Prima di entrare nel merito della relazione tra comunità virtuali e Mondo-blog occorre definire il concetto di blogogsfera e rapportarlo al suo contesto: la rete intesa come nuovo ambiente di relazione sociale.

    “Blogosfera” è un neologismo ereditato dalla lingua inglese, utilizzato per indicare l’insieme dei blog che occupano la rete; l’assonanza con il termine biosfera è, secondo Wikipedia, probabilmente riconducibile alla sua struttura reticolare di interconnessioni. Come è accaduto per molte altre parole, anche “Blogosfera” entra nell’uso corrente solo successivamente all’affermazione diffusa del fenomeno da esso denotato, allorché i blog diventano emblematica espressione di una delle grandi rivoluzioni di Internet. De Kerckhove individua tre momenti salienti nella storia dell’evoluzione della rete: il primo è costituito dalla nascita di Mosaic, un’interfaccia più usabile rispetto a quelle allora esistenti, che ha consentito l’apertura di Internet al world wide; il secondo è rappresentato dall’istituzione di yahoo, che segna la nascita di nuovi strumenti di ricerca nel sistema telematico, mentre l’ultimo è contrassegnato dall’avvento dei weblog (De Kerckhove 2005). L’originalità di questo contributo risiede proprio nella definizione del blog come “la creatura più matura del web”, che per la sua natura al tempo stesso intima e relazionale può essere considerata una “nuova tecnopsicologia” (De Kerckhove, 2005).

    Già da queste poche righe è possibile cogliere gli elementi discriminanti la Blogosfera rispetto ad altre realtà della rete: “punto di incontro tra network sociali e network tecnologici, (la Blogosfera è) una rete di interazioni intellettuali dirette e navigabili, risultato dell’apporto gratuito, aperto e verificabile delle conoscenze e delle opinioni di molte persone su argomenti di interesse generale e in tempo pressocché reale” (De Kerckhove, 2005).

    Nell’ambito degli studi sociologici e psicologici sulla rete, il concetto di network è stato più volte menzionato come chiave di lettura particolarmente idonea a descrivere le interazioni attraverso il web. Internet infatti, definita da Castells (2001) “the fabric of our lives”, rappresenta “una nuova forma di organizzazione sociale (…), che porta a nuove pratiche di espressione del sé e di socializzazione mediate dalla tecnologia” (Pizzoleo, 2004). La dimensione identitaria e quella relazionale rappresentano due aspetti determinanti dell’internauta anche all’interno della Blogosfera, declinati secondo le caratteristiche proprie di tale ambiente telematico. Proprio per questo, gli studiosi che si sono avvicinati al tema Blogosfera hanno spesso cercato di rintracciare in essa le declinazioni possibili della rappresentazione del sé e dei processi di socializzazione.

    In particolare, volendo dare un ordinamento cronologico agli studi sinora condotti sul Mondo-blog, possiamo individuare tre step differenti, sulla base degli aspetti investigati. Le tre grandi aree di studio sono:
    1) definizione dell’unità di analisi (il blog) e individuazione delle sue caratteristiche;
    2) ricostruzione socio-demografica della popolazione blogger;
    3) analisi delle dinamiche psico-sociali interne alla Blogosfera.

    I primi contributi si sono concentrati sulle definizioni di blog come contesti distinti da altre realtà elettroniche, come per esempio le pagine personali. In questa direzione ricordiamo il contributo di Mortesen e Walzer (2002), che riconoscono nel blog essenzialmente tre qualità: la frequenza di aggiornamento del contenuti, la brevità e la “personality”, che potremmo tradurre come personalizzazione e intimità. Definizioni così ampie sono prova della complessità e dell’eterogeneità del fenomeno, tanto da indirizzare molti studiosi a ricercare forme di classificazione dei weblog sulla base di criteri prestabiliti. È questo il caso di chi ha proposto suddivisioni dei diari elettronici in base al tema sviluppato al suo interno. Un recente studio (Shaap, 2005), ad esempio, ha proposto la suddivisione della Blogosfera in due grandi famiglie di blog: i linklog, il cui obiettivo finale è la condivisione di informazioni, a prescindere dal tema trattato, e i lifelog, che hanno come contenuto pregnante le esperienze personali dell’autore.

    Su un secondo piano possiamo collocare le ricerche finalizzate alla ricostruzione delle possibili caratteristiche socio-demografiche dei blogger e quindi della Blogosfera come contesto sociale. In questi studi ricorrono nuovamente aggettivi come varietà ed eterogeneità, a dimostrare ancora una volta la complessità di tale fenomeno. Un esempio di questo genere ci è offerto dallo studio proposto da Rosenbloom (2004), il cui obiettivo è fornire una descrizione dettagliata della popolazione, più che riflettere sul tipo di relazione generata dall’interazione attraverso i blog.

    Gli studi più recenti tendono infine a focalizzare l’attenzione sulle dinamiche interne alla Blogosfera, utilizzando tecniche di network analysis per tracciare delle morfologie più chiare del Mondo-blog come contesto di interazione. E’ in questo ambito che nasce e si sviluppa il dibattito sulla possibile interpretazione della Blogosfera come forma di comunità virtuale. Lo studio di Kumar e collaboratori (2004), ad esempio, propone di descrivere la Blogosfera attraverso una struttura a grappolo, in cui ciascun cluster è funzione di tre variabili: la condivisione di interessi tra i blogger, l’ età degli autori e il luogo geografico di connessione. In particolare, gli studiosi ipotizzano l’esistenza di una vera e propria “cultura della Blogosfera”. Questa trova la sua espressione nell’ambito delle interazioni all’interno di piccole “comunità” composte da un numero contenuto di blogger che va da 3 a 20, i quali vivono in luoghi geograficamente vicini. La “traccia” fisica della comunità di blogger è data dallo scambio di commenti e link attorno a un particolare interesse.

    Anche Granieri, in linea con l’interpretazione di De Kerckhove dei blog come “spazio di informazione condivisa”, riconosce nella Blogosfera una struttura molecolare organizzata attorno a dei “nodi”, definiti “piccoli mondi…in cui le relazioni di influenza tra le persone assumono caratteristiche ben definite” (Granieri, 2005). Il principio ordinatore di ciascun nucleo è il tema o l’interesse comune su cui si condividono informazioni. La morfologia e la composizione di queste microstrutture variano in funzione del criterio scelto per l’individuazione dei nodi centrali: ogni blog potrà essere al centro del nucleo o in una posizione periferica, in base al tema che si prende in considerazione e allo specifico contributo che questo offre. Il caso emblematico proposto da Granieri è quello del blog di Luca Sofri, avente il ruolo di star nel contesto delle breaking news ed invece quello di fan nel cluster su un argomento musicale (Granieri, 2005).

    Nella Blogosfera trova espressione l’individuo connettivo di de Kerckhove, che “si esprime in rete guidato dal bisogno o dal desiderio di rendersi partecipe e di rendere partecipi gli altri delle proprie esperienze e delle proprie conoscenze” (Pizzoleo, 2004). La centralità del contributo individuale e del ruolo attivo dell’autore permettono di riconoscere nel Blogspace il processo di auto-socializzazione (Morcellini, 1992), che è manifestazione, oltre che dei bisogni individuali della tarda modernità, anche delle peculiarità stesse della rete.

    3. Confronto fra definizioni

    Nelle prossime pagine cercheremo di focalizzare l’attenzione sulle caratteristiche distintive del Mondo-blog, partendo dagli elementi definitori del concetto di comunità virtuale, senza naturalmente tralasciare i numerosi punti di contatto esistenti fra queste due complesse realtà. Gli aspetti sui quali abbiamo concentrato le nostre riflessioni sono quelli più ricorrenti e dibattuti nelle trattazioni sulle comunità virtuali: la presenza di interessi comuni, la despazializzazione, la stabilità dei legami e, strettamente connesso a ciò, l’esistenza di una memoria della comunità.

    Le community rappresentano sostanzialmente l’evoluzione moderna delle comunità tradizionalmente intese: per sviluppare un parallelo fra le comunità virtuali e la Blogosfera sarà pertanto necessario fare riferimento al confronto fra comunità “reali” e comunità “virtuali”, dal quale ha avuto origine la definizione stessa di comunità virtuale.

    4. Presenza di interessi comuni

    Le community nascono e si sviluppano attorno ad un interesse comune: questo è un primo importante elemento che distingue le comunità virtuali da quelle reali. Mentre le comunità tradizionali nascevano e si mantenevano “per natura”, sulla base di una reciproca comprensione precedente e preesistente rispetto a qualunque accordo o disaccordo (Galimberti, 1999 cit in Giaccardi, 2003), le comunità virtuali si fondano su un insieme di persone che si incontrano nel cyberspazio per condividere un interesse. Ferri dice in merito: “la comunità della rete è costituita da membri che condividono un forte interesse e che condividono, più o meno volontariamente o coscientemente, le medesime esperienze” (1999). Come suggerisce Virilio (2001), la comunanza di interessi è proprio ciò che ha sostituito il “legame di sangue” che teneva un tempo unite le comunità.

    Certamente la Blogosfera non si fonda su un legame di sangue, né nasce per natura. E gli studi citati in precedenza mettono in evidenza la centralità della condivisione di un interesse nelle microstrutture interne alla Blogosfera. Ma, allargando lo sguardo al contesto più generale, sembra difficile potere cogliere un unico filo conduttore che tiene insieme i weblog, a causa dell’eterogeneità dei contenuti condivisi fra i blogger e di quelli sviluppati all’interno di ciascun diario in rete. È evidente che questo genere di riflessione calza maggiormente per i blog identitari, al cui centro vi è l’autore, più che un tema specifico. In questa particolare tipologia di blog, infatti, il focus è spostato dal contenuto in esso trattato alla valenza personale del contributo offerto dal singolo autore; per questo, riteniamo di poter affermare che la Blogosfera non si fondi necessariamente su una comunanza di interessi o di esperienze. L’essenza stessa della Mondo-blog è rappresentata dall’eteorgeneità e dalla varietà di interessi, passioni, esperienze e gusti che in essa trovano spazio d’espressione; non a caso, un elemento fortemente sottolineato dagli intervistati è proprio l’istanza della Blogosfera come mondo parallelo, in cui trovare tutto e il suo contrario. La forza del Mondo-blog, che costituisce anche in parte il motivo del suo grande successo, risiede proprio nella possibilità di ospitare persone fra loro molto diverse, e di offrire possibilità di incontro e di condivisione altrimenti difficili.

    “La Blogosfera è un centro commerciale enorme formato da persone di vario genere”:
    “Ogni blogger è una cellula a sé….se tu vedessi i nostri blog (dei presenti al focus group, ndt) avresti 7 blog diversi, perché siamo diversi….splinder è il corpo, composto da diverse cellule che comunicano, ma che hanno funzioni diverse”.

    Analizzando più approfonditamente i racconti degli intervistati, emerge in effetti un forte senso di appartenenza e di condivisione comune ai blogger. A differenza delle community, però, questo va individuato in una pratica, e non nel suo contenuto. Anche la Blogosfera rappresenta quindi una realtà a cui si sente dal profondo di appartenere, ma in questo caso si tratta di un riconoscimento di ruolo e di pratica espressiva, più che di un’appartenenza per interessi. La rete crea nuovi ruoli sociali: accanto all’aristocratico, il borghese ecc… esiste oggi anche l’”uomo virtuale” (Terzo, 1999) e, aggiungiamo noi, il blogger. I blogger si riconoscono e formano una rete sociale perché condividono, e sentono di farlo, questa particolare forma di espressione e di comunicazione. Tale considerazione rischia naturalmente di esaurire il suo significato nella tautologica affermazione che il fondamento della Blogosfera è essere blogger. In realtà, ciò che vogliamo affermare è che il senso comunitario della Blogosfera risiede nella condivisione di una forma di comunicazione che permette l’incontro e soprattutto il riconoscimento di persone solitamente estranee nella vita off-line. Ciò che si condivide è quindi il bisogno di comunicazione e la scelta di uno strumento particolare per soddisfarlo, che implica una serie di convenzioni e regole in base alle quale ci si riconosce “blogger”. In questo senso vanno interpretate le generiche ma numerose definizioni della Blogosfera quale “mezzo per comunicare o soddisfare il proprio bisogno di comunicazione”.

    “Il blog è un strumento per esprimersi. (La Blogosfera è un luogo) dove nessuno si aspetta niente. Solo esprimere. Attraverso la creatività dell’html e delle parole. Si chiede solo di essere sé stessi, nessuno vuole niente da nessuno. Si ha solo bisogno di comunicare!”:
    “La Blogosfera è una giungla apparentemente incomprensibile, zeppa di liane che pendono da molti alberi. Simili o doversi, ma tutti abitati da blogger”.

    Il senso di appartenenza risiede quindi nel riconoscersi blogger, che non significa solamente avere una pagina personale in rete di facile apertura e mantenimento, ma soprattutto avere voglia e necessità di comunicare, sentire il bisogno di condividere qualcosa, provare un particolare amore per la scrittura, mantenere una rete di relazioni attraverso alcune regole ecc…

    “Per inciso, anche nella vita normale se uno è un blogger già parte con qualche punto in più”.

    In questa forma di riconoscimento ci sembra di poter in qualche modo intravedere quella “legge del segreto” a cui fa riferimento Maffesoli quando afferma che una comunità necessita di qualcosa che, conosciuta e condivisa solo dai suoi membri, permetta di racchiudere e delimitare i suoi confini. In questo senso anche i blogger richiamano quel senso di opposizione noi-loro che, già secondo Redfield, rendeva peculiare una comunità. La delimitazione concettuale della Blogosfera non è in questo caso rappresentata dai confini virtuali della rete (on line/off line), di un url o di una piattaforma, ma da quelli simbolici relativi all’essere blogger/non blogger.

    Nell’ambito dei più recenti studi sulle comunità virtuali, in effetti, non si fa esclusivo riferimento alla condivisione di un interesse: “al di là dei temi contingenti che definiscono una comunità, la motivazione più forte alla base delle relazioni virtuali sembra essere quella di condividere emotivamente i propri vissuti esperenziali” (Pizzoleo, 2004). La condivisione di sé attraverso la parola scritta, a differenza della comunanza di interessi, ci sembra poter rappresentare un elemento cruciale per definire la Blogosfera. Il self sharing è, a nostro avviso, una pratica che è parte integrante della natura stessa dei blog [2], per due sostanziali motivi. Da un lato, l’atto di pubblicazione di rete e la logica reticolare dei rimandi attraverso i link favorisce la condivisione dei contenuti raccolti sul blog. Dall’altro, il diario elettronico si presta alla personalizzazione e al racconto intimistico da parte dell’autore, più di altri strumenti della rete. I weblog sono infatti spesso definiti diari in rete, per la presenza di alcuni elementi, quali l’ordine cronologico, la dichiarata presenza di un autore, le possibilità di formattazione del testo che rimandano, almeno per associazione, alla pratica di scrittura autobiografica. È in questo senso che si può parlare di presentazione del sé attraverso la rete.

    Rifacendoci quindi al contesto della ricerca che si è focalizzata esclusivamente sui blog personali, possiamo concludere che la logica della comunione e condivisione all’interno della Blogosfera si gioca più sul piano psico-relazionale che su quello dei contenuti. Non è emerso un preciso obiettivo comune da perseguire o un interesse pregnante attorno a un tema, quanto il bisogno di condividere esperienze personali, vissuti ed emozioni.

    5. La despazializzazione

    Le comunità virtuali sono de-spazializzate e de-corporeizzate, a differenza di quelle tradizionali dove la condivisione di uno spazio fisico fa di queste “unità psico-socio territoriali minime” (Contessa, 1981). Già nel 1995 alcuni autori accostavano alle comunità tradizionali, definite territoriali, le comunità a-spaziali (Martini, Sequi, 1995), i cui membri sono liberi di stringere relazioni e cooperare con soggetti non necessariamente identificati sulla base della contiguità spaziale (Di Maria, Lovanco, Cannizzaro, 2002). Questo tipo di comunità è a sua volta divisibile in due tipologie: sono comunità simboliche quelle che si fondano sulla condivisione di idee ed opinioni; vengono definite comunità biopsicologiche, invece, quelle che si basano su legami di tipo biologico, psicologico o culturale. Le comunità virtuali chiudono questo lento processo di svincolamento spazio temporale delle interazioni, collocandosi all’estremo opposto rispetto a quelle tradizionali, di questo continuum immaginario.

    La virtualità dello spazio delle community, dunque, si sostituisce al “legame con il suolo”, individuato da Virilio come caratteristica peculiare delle comunità reali. La virtualizzazione delle relazioni attraverso la rete ha portato infatti alla sostituzione della nozione di coordinate spaziali con quella di non-luogo, ambiente semantico e non spaziale, e all’introduzione del concetto di tecno-presenza (Di Maria, Lovanco, Cannizzaro 2002), basata “sul bisogno fatico di sapere che il canale di comunicazione è costantemente aperto, sempre accessibile, presente anche quando non è direttamente agito” (Pizzoleo, 2004).

    Se la despazialità è quindi un elemento generalmente riconosciuto nelle definizioni di comunità virtuale, esso va utilizzato con maggiore cautela riferendosi alla Blogosfera. Di certo il Mondo-blog è, per natura, strettamente legato alla virtualità della rete. Nella Blogosfera, però, lo spazio assume un ruolo diverso rispetto a quello che gioca nelle comunità on line, e non solo per i frequenti incontri off-line fra blogger (tra l’altro altrettanto frequenti anche fra membri di community).

    Abbiamo chiesto agli intervistati di definire e descrivere la Blogosfera attraverso una metafora, senza specificare a quale sistema semantico riferirsi. Ebbene, la dimensione spaziale è stato proprio il criterio più frequentemente utilizzato dagli intervistati, che vedono il Mondo-blog proprio come un luogo organizzato e strutturato spazialmente. La Blogosfera è stata spesso rappresentata metaforicamente come una città, suddivisa in vari quartieri collegati fra loro da strade e vicoli, piuttosto che una giungla abitata, secondo le zone, da animali differenti. Pur trattandosi di un luogo virtuale, dunque, le categorie e le strutture spaziali attraverso le quali i blogger definiscono e raccontano la Blogosfera fanno riferimento alla dimensione spaziale fisicamente e “tradizionalmente” intesa.

    È possibile articolare la riflessione sulla concezione spaziale della Blogosfera in quattro elementi. Un primo aspetto riguarda la struttura gerarchicamente organizzata dei micro-aggregati che compongono la Blogosfera: come è noto, esistono alcuni blog particolarmente celebri e ritenuti autorevoli (per lo meno all’interno di questo mondo), i cui autori sono appunto definiti “blogstar” [3]. Alcuni intervistati hanno descritto la Blogosfera proprio come uno spazio ordinato gerarchicamente, al cui centro, o comunque nella posizione più visibile, sono collocate appunto le blogstar, e, attorno ad esso, tutti gli altri blogger. Il criterio di posizionamento spaziale è sostanzialmente rappresentato dal numero di visite giornaliere o da quello dei commenti ai post. La forte diffusione dei software che permettono di monitorare l’andamento dei contatti del proprio dario on-line, dimostra l’attenzione quasi morbosa che i blogger a volte dedicano alla numerosità del proprio. A volte invece, le star sono rappresentate non tanto da individui quanto dalle piattaforme che ospitano blog aventi un numero di contatti e commenti particolarmente elevato.

    A proposto della collocazione gerarchica dei blog per numero di contatti, dice un intervistato: “al centro c’è personalità confusa, che credo sia sui 1200 contatti al giorno, Mantellini sui 1000, in Amercia alcuni arrivano anche a 10000 contatti al giorno.” Il concetto di gerarchia non deve essere inteso come in aperta contraddizione con la visione democratica della rete e del Mondo-blog. Trattandosi infatti di “gerarchie variabili” in funzione dei contesti e dei temi considerati, la dinamicità del sistema ne garantisce l’equilibrio e lo sviluppo (Granieri, 2005). Pur essendo quindi prettamente simbolica e metaforica, l’ordinamento gerarchico attribuito al Mondo-blog non sembra richiamare l’organizzazione di uno spazio virtuale, quanto piuttosto quella di una struttura urbana od organizzativa, dove al centro o al vertice si pongono individui con maggior potere o prestigio.

    Il secondo aspetto legato alla concezione metaforicamente spaziale della Blogosfera riguarda invece i raggruppamenti relativi alla piattaforma di utilizzo: alcuni blogger hanno rappresentato il Mondo-blog come una città, i cui quartieri centrali sono costituiti dalle varie piattaforme (esisterebbe metaforicamente il quartiere splinder, iobloggo, libero ecc…), mentre la periferia dalle “ville” di quanti si possono permettere un proprio url personale (solitamente a pagamento). Ai vari quartieri corrispondono inoltre diverse filosofie del bloggare, che portano automaticamente alla nascita dei numerosi sottogruppi di cui si è parlato in precedenza. Accade spesso, infatti, che il proprio intorno di contatti sia rappresentato soprattutto da blog che utilizzano la stessa piattaforma.

    “La Blogosfera è il mondo fatto da città, quartieri ecc..Io vivo nella città di excite”;
    “La Blogosfera è una città strutturata con i condomini che sono le piattaforme, sotterranei o metropolitane, dove ci stanno tutti i blogger. Poi ci sono le villette provate di quelli che hanno il blog con il loro nome.net che addirittura pagano un provider per avere un blog”.

    La scelta della metafora spaziale, ma soprattutto l’organizzazione dello spazio presente nelle definizioni dei blogger (che, ricordiamo, avrebbero potuto scegliere qualunque altra forma di sistema per rappresentare la Blogosfera) è forse l’elemento che esprime più chiaramente ed esplicitamente la forte relazione fra il Mondo-blog e il senso dello spazio, molto più debole invece nelle community. Per le comunità on line lo spazio rappresenta infatti il luogo virtuale dove si incontrano i membri e dove pertanto si colloca la community; nella Blogosfera, invece, lo spazio ha una duplice valenza. Da un lato, c’è uno spazio virtuale (la rete) su cui si “poggiano” i blog, del tutto simile a quello delle comunità on line; dall’altro, però, esiste una forte concezione di uno spazio “fisico” che rappresenta una delle dimensioni fondanti della Blogosfera, poiché definisce la sua natura e la sua struttura, e non solo la sua collocazione.

    Un terzo elemento che definisce il rapporto fra Blogosfera e spazio è rappresentato dall’importanza della collocazione del blog in rete. Come per homepage personali, un diario elettronico indica, attraverso il proprio url, un punto preciso del network, avente definite coordinate “spaziali”. Il blog, da cui si parte e a cui sempre si ritorna, rappresenta la casa virtuale di un blogger, l’indice della sua presenza in rete e, di conseguenza, della sua stessa esistenza.

    A questo concetto è strettamente legato il quarto e ultimo aspetto della concezione spaziale della Blogosfera, ossia l’assenza di ambienti virtuali comuni di condivisione. Nel Mondo-blog, infatti, le relazioni si intessono e si scambiano all’interno dell’uno o dell’altro diario in rete, ma mai in ambienti “neutri” condivisi. Sebbene emerga più volte la metafora della “piazza silenziosa” per delineare la Blogosfera come arena di scambio di informazioni fra più netizen, in realtà decade la logica dell’incontro per cedere il posto a quella della “visita”. Anche da un punto di vista simbolico, la Blogosfera è percepita come la somma delle numerosissime stanze personali di ciascun autore, connesse tra loro non da corridoi percorribili, ma da porte che permettono l’accesso o il semplice passaggio ad un altro blog, rappresentate dai link amici.

    A differenza delle community, dunque, non si partecipa alla Blogosfera incontrandosi in un punto della rete, ma “facendosi visita” reciprocamente nelle proprie “abitazioni”, percorrendo le strade della città o utilizzando le liane della giungla:
    “la Blogosfera è un ambiente dove ognuno ha la propria casa, e ogni casa è vicina alle altre”;
    “la Blogosfera è una giungla (…) abitata da blogger che si spostano da un albero all’altro tramite le liane. Su ciascun albero lasciano o trovano frutti”.

    Questo è a nostro avviso un elemento fondamentale dei weblog, perché despazializza ulteriormente la Blogosfera (che non possiede nemmeno virtualmente un proprio luogo) ma la rende al tempo stesso ancor più legata allo spazio (perché per essere membro bisogna possedere una casa, e perché l’essenza delle relazioni risiede nella reciproca ospitalità). Pur essendo quindi uno spazio virtuale, nella Blogosfera sembra quasi riprendere forma quel legame con il suolo che caratterizzava le comunità tradizionali, in questo caso rappresentato dal proprio indirizzo, dalla piattaforma d’utilizzo e dalle relative distanze con le altre. Naturalmente ci riferiamo al significato simbolico del legame con il suolo, che ha implicazioni più sul senso di riconoscimento e di appartenenza della comunità che non sul reale legame con una spazialità fisica.

    6. La stabilità e la durata delle relazioni

    La stabilità e la durata dei legami costituiscono elementi tanto cruciali quanto delicati nella trattazione sulle comunità virtuali, rappresentando spesso l’argomentazione di quanti negano loro lo statuto di vere e proprie comunità. (cfr, fra gli altri, Maldonado, 1999). È lo stesso Rheingold a insistere sulla necessità della durata delle relazioni affinché un aggregato in rete possa essere definito comunità virtuale: “le comunità virtuali sono aggregati sociali che emergono dalla rete quando un certo numero di persone porta avanti discussioni pubbliche per un tempo sufficientemente lungo, con un certo livello di emozioni umane, tanto da formare reticoli di relazioni sociali nel cyberspazio” (1993, trad. it. 1994).

    Non è sufficiente quindi un insieme di individui che comunicano e si scambiano informazioni in rete perché si possa parlare di comunità: questa infatti si fonda sui principi stessi di stabilità, durata e identità, che si contrappongono alle attuali “forme instabili di aggregazione o associazione” (Mosvocici, 2001). È piuttosto diffusa l’idea che la rete non possa per natura essere luogo e veicolo di relazioni e legami stabili e profonde, perché, basandosi solamente su affinità, non ammette la presenza di veri e propri interscambi (Maldonado, 2001) oppure perché, come sostiene Moscovici, in Internet esistono solo “legami di rappresentazione”. Egli infatti afferma “sarebbe interessante sapere se le persone che formano queste comunità hanno voglia di vedersi oppure se vogliono esistere esclusivamente in questa rappresentazione” (2001, corsivo nostro).

    Scegliamo quindi di assumere la stabilità dei legami come uno degli elementi necessari per accertare l’esistenza di una comunità virtuale, provando a verificare se tale criterio possa definire allo stesso modo la Blogosfera.

    E’ ancora Reinghold (2001) a individuare i tre elementi su cui si basa la distinzione fra legami deboli e legami forti (quindi stabili e duraturi), sui quali si misura la coesione interna a una comunità on line. Abbiamo provato a ricondurre questi elementi a due macro-dimensioni, utili per la nostra trattazione:
    -Dimensione individuale;
    - Presenza di un’identità stabile;
    - Costruzione della reputazione del soggetto, finalizzata alla costruzione del proprio capitale sociale;
    - Dimensione relazionale;
    - Rapporti prolungati nel tempo.

    Per poter affermare se la stabilità dei rapporti interpersonali sia un elemento adatto a descrivere la Blogosfera è necessario prendere in esame separatamente le tre componenti appena elencate. Consideriamo dapprima l’aspetto individuale delle relazioni, ossia la presenza di un’identità stabile e la costruzione di una reputazione da parte del soggetto.

    È evidente che il concetto l’idea moderna di un Io forte e stabile ha lasciato il posto al concetto di “identità multipla distribuita” (Turkle, 1996) caratterizzata da “sé deboli che, protagonisti di relazioni e biografie alternative, e liberi da vincoli di coerenza e staticità, possono vestirsi di più soggettività (Di Maria, Lovanco, Cannizzaro, 2002); con il termine “identità stabile”, dunque, non ci riferiamo tanto alla monolitica visione dell’Io moderno quanto alla coerenza tra i se possibili rappresentati in rete.

    Questi temi risultano particolarmente delicati in tutte le trattazioni riguardo al Sé on- line, proprio per possibilità offerte dalla rete di creare e mantenere false identità. (cfr. Jaffe J. M). Dalla lettura attenta di tutto il materiale raccolto durante la nostra ricerca, però,ci sembra di poter affermare che la stabilità dell’identità e la costruzione di una reputazione da parte del soggetto siano elementi chiaramente riconoscibili nella pratica del blogging. La costruzione della reputazione è un aspetto insito nella natura stessa del blog, in misura forse maggiore rispetto a qualunque altra pratica di presentazione e di comunicazione di sé on line. La qualità dei contenuti, le righe di presentazione, la puntualità nel postare, la correttezza e l’educazione con cui si mantengono i rapporti, ma soprattutto la lista dei blog “amici” che compare in ogni diario on-line rappresentano esplicite pratiche di costruzione di una reputazione e di creazione del proprio reticolo di relazioni (cfr, Granirei, 2005). Il senso del blog, come forma di autonarrazione, risiede nella costanza, nella possibilità di lasciare traccia di sé nel tempo e nello spazio (log, infatti, significa traccia), di liberare parti di sé altrimenti nascoste o anche solo di esprimersi attraverso la scrittura.

    Proprio per la loro natura di diario pubblico che dura nel tempo, i blog si prestano meno ai giochi di puro travestimento di personalità [4], consentendo al più quelli di nascondimento di una parte di sé, piuttosto che di enfatizzazione di alcuni lati della propria identità (Sormano, 2004). A parte rare eccezioni, la stabilità del sé virtuale è assicurata non solo dal reiterarsi dei contatti con i propri lettori, ma anche dal tipo di bisogni intimi che la scrittura autobiografica in rete è chiamata a soddisfare (Micalizzi, in corso di pubblicazione) e dal senso di responsabilità che si genera verso gli altri membri di quello che abbiamo definito piccolo mondo interno alla Blogosfera.

    Le norme implicite ed esplicite che regolano la Blogosfera non sembrano nemmeno consentire l’esistenza di quella strana forma di intimità che caratterizza le chat o i forum, considerata “perversa, perché fondata sulla impunità e sulla irresponsabilità” (Terzo, 1999). Non possiamo naturalmente affrontare in questa sede il vastissimo argomento dell’autenticità dell’identità in rete (cfr Turkle, 1996) o i risultati della nostra ricerca riguardo l’utilizzo del blog come forma di narrazione e costruzione del sé (Micalizzi, in corso di pubblicazione). Ci limitiamo dunque ad affermare che la stabilità dell’identità e la costruzione della reputazione finalizzata alla costruzione del capitale sociale, elementi determinanti per definire la comunità virtuale, possono essere considerati aspetti altrettanto determinanti per descrivere la Blogosfera. È invece differente la valutazione riguardo alla dimensione relazionale, relativa alla necessaria presenza di rapporti prolungati nel tempo.

    Certamente una dimensione determinante della la Blogosfera è rappresentata dalla rete di relazioni che si instaura fra i blogger, che possono diventare (e spesso sono) durature e significative. Tali forme di relazioni, però, non costituiscono a nostro avviso un fondamento dell’intera Blogosfera, ma sono piuttosto riconducibili a parti circoscritte di essa. Come abbiamo visto in precedenza, il Mondo-blog è suddiviso in molti sottogruppi, accomunati da piattaforma utilizzata, dal livello di stima e fama, o, più semplicemente, dai temi trattati o dallo stile di scrittura. In altre parole, la Blogosfera è formata da tante sotto-blogosfere, le quali al proprio interno possono certamente essere caratterizzate da relazioni stabili e durature.

    “I link che ho sono dell’ordine di una decina (..) si costruiscono delle amicizie anche profonde, poi si allarga il cerchio, ci si scambia le mail. Si hanno responsabilità come si hanno con gli amici”.

    La stabilità delle relazioni, quindi, si riferisce solo a parti specifiche della Blogosfera, e non al suo insieme. Ma esiste anche un’altra e più profonda motivazione per cui la durata delle relazioni non può a nostro avviso essere considerato un elemento per definire la Blogosfera: la presenza di rapporti di diversa natura, ma altrettanto peculiari e detrminanti. Non possiamo infatti limitare le relazioni presenti nella Blogosfera a quelle, più profonde, che si instaurano all’interno del proprio sotto-gruppo di appartenenza. Sappiamo bene quanto i contatti, i commenti e il numero di visite costituiscano una parte fondamentale del blog e dell’essere blogger. E in questi indicatori non si cercano dimostrazioni di relazioni stabili. Si cerca piuttosto la conferma che esistono individui, anche senza nome, volto o reputazione, che abbiano voglia di ascoltare ciò che si ha da dire, un pubblico che sappia apprezzare le proprie “creazioni”, un’audience per la propria persona.

    “Scrivi perché vuoi che qualcuno ti legga” “se voglio scrivere qualcosa la metto su un foglietto e me la tengo lì. Se siamo qui è perché non ci teniamo dentro…se dopo una giornata in cui hai scritto nessuno ti commenta ci chiediamo perché”;
    “(Nello sguardo dell’altro” si cerca vicinanza, approvazione”;
    “scrivere un blog è anche pubblicarsi, come se uno avesse scritto un romanzo e non riuscisse a farlo stampare…”.

    Accanto a relazioni stabili o amicizie, i blogger cercano anche semplici lettori, che possono svolgere al meglio il loro ruolo proprio perché sconosciuti, e permettono per questo all’autore di sentirsi ed essere completamente libero.“se quelli che mi conoscono vedessero il mio blog mi porterebbero ala neuro”. E questo aspetto rappresenta un elemento altrettanto fondamentale della Blogosfera, al pari (se non in misura maggiore) rispetto alle relazioni profonde e alle amicizie vere che possono nascere tramite un blog.“quando scrivo mi rivolgo a chi mi legge…non scrivo per me, scrivo di me”.

    A nostro parere, appare quindi inappropriato parlare di stabilità o di durata delle relazioni come elemento necessario nella definizione della Blogosfera. Questo però non significa che il Mondo-blog sia solo un insieme di sotto-comunità: il senso di appartenenza, di riconoscimento, e di legame spaziale visti in precedenza sono riferiti all’intera Blogosfera e non al sottoinsieme al quale appartiene un blogger.

    7. La memoria della comunità

    L’ultima tematica che prendiamo in considerazione è quella della memoria, elemento strettamente connessi con quelli appena visti della stabilità e della durata delle relazioni. La memoria di una comunità rimanda direttamente all’esistenza di una sua stessa identità, senza le quali non è possibile parlare esplicitamente di comunità virtuale. Condividere una memoria significa aver condiviso un’esperienza o un racconto di questa: “il racconto supplisce l’esperienza condivisa partecipando alla fondazione della memoria collettiva” (Casalegno, 2001, pag.33).

    La Pizzoleo suggerisce come la memoria all’interno di contesti virtuali sia un concetto non più diacronico e verticale, ma orizzontale: “non solo memoria nel/del tempo ma soprattutto memoria dello “spazio di flussi”(Levy, 1996) che caratterizza la rete; non solo strutturazione oggettiva causa effetto degli eventi nel tempo, ma dimensione associativa, personale, relativa all’hic et nunc” (Pizzoleo, 2004). Attraverso la scrittura sul web è possibile tenere traccia dei contenuti ma le logiche di archiviazione e di recupero delle informazioni non seguono necessariamente il principio della consequenzialità. La rete, infatti, si presenta non come un archivio cronologicamente ordinato, ma come una memoria creativa e associativa dai percorsi personalizzabili in base agli obiettivi dell’internauta. A nostro avviso, anche nella Blogosfera è caratterizzata da questa peculiare gestione della temporalità, riscontrabile nella “frammentarietà” dei testi, assente in altre forme di scrittura tradizionale. Scrivere un post, commentare, rispondere a un lettore e ricambiare le visite, sono alcune delle modalità possibili di frammentazione del discorso, dove la ricostruzione temporale del contenuto non risiede nella linearità quanto nella logica delle interconnessioni. Posto, quindi, che anche la Blogosfera rappresenta un meta archivio di memoria, ci chiediamo ora se essa possa essere considerata una memoria collettiva da cui scaturiscano tracce di un’identità comune a tutto il Mondo-blog.

    In altre parole, la blogsfera possiede una propria meta-memoria o è semplicemente un archivio di memorie individuali? Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dal concetto di blog e dalle funzioniche esso svolge per il suo autore. I blog personali sono in un certo senso racconti, essendo espressione di forma narrativa di comunicazione del sé. Nei diari on line si narrano le proprie esperienze, passioni, interiorità, e pubblicando tali contenuti si sceglie di condividere con un pubblico i propri racconti. In questo senso, quindi, potremmo vedere la Blogosfera non più come l’insieme dei blog linkati fra loro, ma piuttosto come un insieme di narrazioni intertestuali.

    A differenza delle comunità, ma anche delle community, non ci sembra però di intravedere l’esistenza di una macro-narrazione riferita alla Blogosfera stessa, che rappresenta in qualche modo l’esistenza e il fondamento della sua memoria. Le narrazioni in essa presenti, pur numerose e strettamente interconnesse fra loro, sono comunque riferite al proprio autore, tanto da poter essere considerate come una nuova forma di narrazione autobiografica (rif articolo ale). In questo senso, il racconto rappresenta l’espressione e il fondamento della memoria individuale, intima e personale, la traccia della propria singola presenza.

    Certamente tale forma di memoria individuale non esisterebbe senza il dialogo, i link, i commenti e le visite da cui essa stessa si è generata e di cui essa è fatta. Questo però, non modifica la natura prettamente individuale della meta-memoria presente nella Blogosfera: “per me il blog è come il centimetro con cui la mamma misura la crescita del proprio bambino”.

    Se quindi la memoria è certamente una strada da percorrere per studiare la realtà della Blogosfera, è alla memoria individuale e non a quella collettiva o comunitaria che bisogna fare riferimento. Maldonado (2001) dice che non può essere del tutto vero che le nuove tecnologie formino una memoria esclusivamente individuale, poiché attingono comunque ad un cervello collettivo. Concordando con questa affermazione, proponiamo di ipotizzare l’esistenza di una memoria individuale costruita collettivamente.

    8. Conclusioni

    Nei paragrafi precedenti abbiamo cercato di indagare la possibile relazione tra Blogosfera e comunità virtuali, partendo dagli elementi definitori di queste ultime. Condividiamo la posizione di chi sostiene che le comunità virtuali, sebbene molto eterogenee, costituiscano la risposta del nostro tempo ad una esigenza naturale della specie umana, precedentemente delegata alle comunità tradizionali ovvero quello di “soddisfare quel bisogno di costruire, rappresentare e condividere l’identità individuale e di gruppo” (Pizzoleo, 2004). L’uomo proprio perchè “essere sociale”, così com’è stato definito da Durkheim, necessita dell’altro per mettere in atto quei processi di identificazione e differenziazione su cui si fonda la costituzione della coscienza e dell’autocoscienza, della percezione di sé e del mondo.

    Alla base del nostro breve contributo vi era la volontà di verificare se anche la Blogosfera potesse essere considerata una forma di comunità in rete e se era possibile individuare al suo interno tanto la dimensione individuale, manifestata nei modi e nelle forme di questa particolare forma di scrittura autobiografica, quanto il senso di adesione al gruppo ovvero il riconoscersi come parte di una comunità definita Blogosfera. L’immagine restituita dalle interpretazioni del materiale di analisi è piuttosto complessa poiché il Mondo-blog eredita dalle comunità virtuali alcune caratteristiche ma al contempo si differenzia, come abbiamo visto, da queste ultime per altri versi definendosi come entità sociale a sé stante. Siamo partiti infatti dal concetto di Blogosfera e da una delle definizioni a nostro avviso più calzanti, quale quella offerta da De Kerckhove, che ne sottolinea la particolare struttura reticolare della Blogosfera per la quale il network costituisce la migliore chiave di lettura. È la dimensione psico-sociale quella a cui abbiamo cercato di dare maggiore spazio, attraverso soprattutto lo sguardo privilegiato degli autori di blog personali, che con il loro contributo prezioso ci hanno restituito un’immagine particolareggiata “dell’essere nella Blogosfera”.

    Cos’è emerso? La ricostruzione dell’idea di Blogosfera e la sua definizione attraverso le dimensioni che caratterizzano la comunità virtuale ci ha permesso di individuare tre elementi chiave che a nostro avviso costituiscono le basi per una sua definizione: l’eterogeneità, l’ individualità e il network.

    La prima caratteristica emersa, tanto dai dati della nostra ricerca quanto dai precedenti studi, è che il Mondo-blog è ricco, vario e sempre più popolato tanto da rendere difficile ogni sorta di classificazione. L’eterogeneità non riguarda però solamente le caratteristiche socio-demografiche dei suoi “membri” ma rappresenta un aspetto trasversale della Blogosfera. Ci riferiamo alla varietà di temi, piattaforme, servizi, colori, caratteri, immagini, contenuti, di supporti, di versioni di blog che sono presenti oggi. Il concetto di riconoscimento, in base ai principi della similarità o della comunione, interviene nel caso della Blogosfera non sul piano dei contenuti o delle modalità espressive ma sul piano spaziale: i blogger sono tutti in rete, in tempi e modi diversi, ma pur sempre sul web. Cosa hanno in comune i nostri blogger? Poco o niente se non l’essere blogger. Ma anche se si prende il termine “comunità” non nella sua accezione di avere in comune ma di “mettere in comunione” la Blogosfera sembra ancora marcare bene i suoi tratti distintivi.

    Dalle ipotesi proposte nel corso dell’articolo, la Blogosfera a nostro avviso non rappresenta un tutto ma la somma di milioni di piccole parti dove il contributo del singolo è il vero motore che permette il perpetuarsi di questa realtà elettronica. Al centro della Blogosfera vi sono i milioni di autori che ogni giorno scrivono, si connettono,condividono contenuti, informazioni, esperienze. Ma la condivisione è, a nostro avviso, una conseguenza della presenza in rete e delle logiche telematiche e non l’elemento definitorio e basilare dell’esistenza della Blogosfera, per lo meno nel caso specifico dei blog identitari. Ciascuno soddisfa un bisogno individuale ancestrale, se vogliamo narcisistico, di esserci nella rete. Manifestare la propria presenza, rappresentarsi e costruirsi attraverso la scrittura e riflettersi nello sguardo dell’altro. Non si scrive per riconoscersi in un gruppo e condividere, ma per cercare se stessi.

    Se il bisogno di essere della rete o nella rete costituisce un bisogno individuale, l’aspetto relazionale trova la sua espressione in contesti più piccoli ritagliati da ciascun blogger.

    I network, o piccoli mondi (Granirei, 2005), siano essi mutevoli in funzione dell’argomento, o stabili in funzione delle relazioni che coinvolgono e quindi della logica dei link e dei rimandi, costituiscono i quartieri della grande città Blogosfera. Se nel macro contesto si perdono le logiche di condivisione, comunanza e relazione, nelle “tante piccole blogsfere” trovano forma in maniera più evidente alcune delle dimensioni che caratterizzano le comunità virtuali: pur se de-spazializzati, questi piccoli grumi di blog condividono un interesse e spesso è possibile ricostruire una memoria condivisa, di cui post e commenti tengono traccia; i rapporti appaiono stabili e prolungati nel tempo e si vive un forte senso di responsabilità verso gli altri membri del gruppo.

    La Blogosfera è allora la somma di piccole comunità dinamiche? Sebbene il nostro sguardo sia focalizzato su una realtà particolare, quella dei blog identitari, riteniamo di potere rispondere a questa domanda con un no.

    Non mettiamo in dubbio l’esistenza di network complessi tra i blogger né tanto meno l’ingenerarsi tra i loro membri di pratiche comunitarie che vanno dalla semplice condivisione di un interesse alla costituzione di una vera e propria memoria collettiva. Però sarebbe limitativo parlare di semplice somma delle parti e di immaginare la Blogosfera come puro contenitore senza un suo contenuto preciso. Noi proponiamo una definizione differente di questa realtà partendo proprio dai network che la costituiscono. Tali nodi o agglomerati di blog sono caratterizzati spesso da un piccolo nucleo costituito da pochi internauti tra cui però le interconnessioni sono particolarmente fitte. Questi piccoli nuclei li identifichiamo con il temine di “poli” proprio per la loro funzione di catalizzatori di relazione tra e con altri utenti. La Blogosfera in questo modo può essere immaginata come una realtà multi-polare ovvero costituita da un insieme di poli dinamici che ne costruiscono la struttura. Il secondo elemento che caratterizza la nostra definizione è il concetto di società così come è stato presentato da Tonnies (in Smelser, 1995). La distinzione fatta dall’autore tra società e comunità è stato per molto tempo il punto di partenza per trovare una collocazione alle community della rete. È opinione condivisa e condivisibile che le comunità virtuali occupino una posizione intermedia nell’immaginario continuum che va dalla forma tradizionale di comunità all’idea moderna di società.

    A nostro avviso la Blogosfera rappresenta un passo ulteriore della Rete verso strutture e forme di socializzazione simili a quelle presenti nella nostra società.



    Nella Blogosfera troviamo l’assenza di vincoli di sangue, la presenza di legami per certi versi instabili, la mancanza di un territorio comune delimitato, la prevalenza della dimensione individuale su quella collettiva, la “scarsa importanza, la osservanza e memoria della tradizione” (Pizzoleo, 2003).

    È ovvio che tanto le comunità virtuali quanto la Blogosfera sono contesti fortemente dinamici che è difficile “ingabbiare” in una definizione stabile. Il Mondo-blog, però, può essere considerato una Terra di Mezzo fra due poli sempre più vicini. Può, cioè, essere definito una delle forma di“società multi-polare”: la definizione di società ci aiuta a descrivere tutti quegli aspetti della Blogosfera legati alla dimensione individuale; il concetto di multipolare ci permette di descrivere la sua morfologia, che seppur instabile, presenta una struttura caratterizzata da nuclei piccoli ma forti dal punto di vista dei legami e delle relazioni, dove trovano espressione le dinamiche comunitarie dello scambio, della condivisione e del dono.


    NOTE

    1] Pur avendo condiviso completamente la discussione e l’impostazione del presente articolo, la stesura dei paragrafi è stata così suddivisa: Alessandra Micalizzi ha scritto i paragrafi 1, 2, 5 e 8; Valentina Orsucci ha scritto i paragrafi 3, 4, 6, 7.
    2] Ci riferiamo in particolare ai blog identitari.
    3] Si fa qui riferimento sia i blog di persone già famose (fra gli altri, il citatissimo Beppe Grillo), che a blog di persone famose solo in questo ambito (es. personalità confusa, La pizia ecc…).
    4] Tralasciamo qui i famosi casi di costruzione di personalità false, come ad esempio il blog https://massaia.splinder.com.


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