• Home
  • Rivista M@gm@
  • Quaderni M@gm@
  • Portale Analisi Qualitativa
  • Forum Analisi Qualitativa
  • Advertising
  • Accesso Riservato


  •  

    L'OSSERVAZIONE PARTECIPANTE

    Orazio Maria Valastro (a cura di)

    M@gm@ vol.1 n.1 Gennaio-Marzo 2003



    • Editoriale

      Orazio Maria Valastro

      L'esperto ed il cultore che noi siamo o desideriamo diventare non può fare a meno di essere anche un osservatore, applicandosi a valutare le passioni che ci sostengono nell'elaborazione della nostra professionalità e ci muovono verso ambiti specifici d'intervento o di studio. Non essendo possibile garantire un'assoluta e oltremodo ricercata neutralità ed estraneità rispetto al fenomeno osservato, possiamo allora rivalutare l'interazione con il soggetto o l'oggetto della nostra ricerca o del nostro intervento, commutando questa condizione d'implicazione in una partecipazione consapevole, critica e innovatrice.

    • Hervé Drouard

      Ogni uomo è dunque partecipante e osservatore della sua vita e del mondo per esistere, sopravvivere, crescere. Nello stesso movimento, osserva i fatti e li valuta (la parola ha conservato anche il suo duplice significato con le sue connotazioni morali e piuttosto negative: non amiamo per niente ricevere delle "osservazioni"). Ma ci sono dei livelli, delle modalità, degli orientamenti, delle inclinazioni, delle scelte. La società oggi valorizza, a suo dire per l'efficienza! la curiosità feconda, super orientata, l'inconsapevole erudito e senza coscienza morale. Io pretendo che sia giunto il tempo di ristabilire ogni uomo nella sua dignità d'esperto-ricercatore-insegnante in tutti gli ambiti della sua vita e particolarmente in questa parte essenziale che è il mestiere, la professione.

    • Hervé Drouard

      Tout homme est donc participant et observateur de sa vie et du monde pour exister, survivre, grandir. Dans le même mouvement, il observe les faits et les apprécie (là encore le mot a gardé sa double signification avec ses connotations morales et plutôt négatives: on n'aime guère recevoir des "observations"). Mais il y a des degrés, des modalités, des orientations, des inclinations, des choix. La société valorise aujourd'hui, soi-disant pour l'efficacité! la curiosité productive, super-orientée, le savant ignare et sans conscience morale. Je prétends qu'il est temps de rétablir chaque homme dans sa dignité de praticien-chercheur-enseignant dans tous les domaines de sa vie et particulièrement dans cette partie essentielle qu'est le métier, la profession.

    • Massimiliano Di Massa - Massimo Caccialanza - Maria Teresa Torti

      Obiettivo di questa ricerca è stato proprio quello di condurre un'esplorazione trasversale della produzione culturale dei gruppi giovanili, alle soglie del nuovo decennio, con riferimento all'ambito geografico della provincia di Genova e con specifico riguardo alle istanze che sviluppano linguaggi di ricerca e di comunicazione di carattere 'elaborativo/ri-elaborativo' rispetto alle più tradizionali forme di mera riedizione di stili e di contenuti culturali già noti.

    • Yves Couturier

      Cercare di comprendere ciò che avviene nel breve incontro tra un operatore di strada e dei giovani non è certamente facile. I discorsi sulla pratica dei professionisti, in generale, sono spesso saturi di una rappresentazione stereotipata dell'agire professionale, e contemporaneamente le attività di questi professionisti sono state oggetto di ben pochi studi d'interpretazione. Questo stimola i ricercatori verso dei metodi di raccolta dati più vicini alle loro pratiche reali. E' così che l'osservazione diretta s'impone come uno dei metodi più appropriati. Ma come osservare ciò che, in sostanza, si situa a margine delle zone di visibilità? Come avvicinare ciò che, in effetti, si sottrae allo sguardo? Come cogliere quello che, in pratica, è effimero, imprevedibile, mutevole? Questo contributo presenterà alcune considerazioni metodologiche su di un'esperienza sul campo realizzata insieme a quattro collettivi impegnati nel lavoro di strada in Québec (Canada).

    • Yves Couturier

      Chercher à comprendre ce qui se réalise dans la rencontre éphémère entre un travailleur de rue et des jeunes de la rue n'est pas chose aisée. Le fait que les discours sur la pratique des praticiens en général soient souvent chargés d'une représentation prototypée de l'action professionnelle, et que les pratiques de ces praticiens en particulier ont fait l'objet de fort peu de travaux d'explicitation, conduit tout naturellement le chercheur vers des méthodes de recueille de données plus proches des pratiques réelles. C'est ainsi que l'observation directe s'impose comme une méthode des plus pertinentes pour ce faire. Mais comment observer ce qui, de nature, se situe à la marge des espaces de visibilité? Comment approcher ce qui, dans les faits, fuit le regard? Et comment saisir ce qui, en pratique, est éphémère, imprévisible, mouvant? Le présent texte apportera quelques considérations méthodologiques à partir d'une expérience terrain réalisée en compagnie de quatre collectifs de travail de rue au Québec.

    • Orazio Maria Valastro

      Una riflessione sulla realizzazione di alcuni percorsi formativi, finalizzati ad avviare un servizio di educativa territoriale realizzato nell'ambito della legge 285 del 1997 "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza". Come integrare conoscenze teoriche e pratiche, avviando un processo di acquisizione delle molteplici competenze necessarie agli educatori di strada: l'osservazione come supporto al lavoro di strada con realtà informali di aggregazioni giovanili.

    • Domenico Pucciarelli

      Il mio percorso che ha oscillato tra militantismo e osservazione partecipante, mi ha portato a scegliere di proseguire le mie ricerche verso un'osservazione militante. Questa non è ispirata da imperativi ideologici ma "soltanto" dal desiderio del ricercatore di sposare la realtà per svelare la dinamica degli immaginari che sono utilizzati dagli individui o dai gruppi che gli danno corpo, per costruire o decostruire delle norme, degli spazi, dei luoghi, delle iniziative che modellano il nostro ambiente, la nostra storia e dunque i nostri riferimenti.

    • Domenico Pucciarelli

      Mon parcours qui a oscillé entre militantisme au quotidien et observation participante, m'amène à choisir à poursuivre mes recherches vers une observation militante. Celle-ci n'est pas non plus dictée par des impératifs idéologiques, mais par ce désir du chercheur à épouser la réalité pour dévoiler la dynamique des imaginaires qui sont employés aussi bien par les individus que collectifs pour construire ou déconstruire des normes, des espaces, des lieux, des initiatives formant notre environnement, notre histoire et donc nos référents.

    • Lidia Dutto

      Fare ricerca sociale significa entrare, attraverso la lingua, nel mondo "percepito". L'approccio del ricercatore è un approccio "in formazione", del tutto simile a quello del bambino. Attraverso un codice linguistico comune - sia esso la lingua in vigore, ma ancor più il dialetto - egli ha accesso, così come il bambino nei confronti della "sua" realtà, al riconoscimento della realtà del suo interlocutore. Via via che acquisisce dati sulla tematica oggetto d'indagine, il ricercatore acquisisce nozioni sul mondo che regola tale oggetto e ne definisce i contorni. La sua immersione in un mondo altro richiede però flessibilità mentale, disponibilità a formarsi su schemi e mappe concettuali nuove, umiltà e gestione delle possibili incongruenze con i canoni regolativi del proprio mondo. Spesso tutto ciò rappresenta la parte più difficile per il ricercatore.

    • RECENSIONI E SCHEDE BIBLIOGRAFICHE

      Massimiliano Di Massa

      Massimo Canevacci, insegnante di Antropologia culturale alla Sapienza di Roma, con questo libro visionario e audace ci racconta delle trasformazioni del ruolo del professore universitario nel rapporto con l'evoluzione della cultura contemporanea. Sulla base di queste considerazioni generali, Canevacci afferma la necessità di un forte ripensamento dell'attuale impostazione didattica dell'Università, almeno nel campo delle scienze sociali e in particolare nell'ambito antropologico, affermando che 'è quindi necessario ripensare le forme della didattica, per esplorarne le nuove multiple possibilità, nella sua meta-connessione con le scelte dei nuovi territori che coinvolgono la ricerca e i paradigmi ad essa connessi. L'Università non deve essere il luogo della riproduzione del sapere; l'Università è lo spazio dell'innovazione dei saperi.

    • Massimiliano Di Massa

      Nell'era della globalizzazione, infatti, il rapporto con il cibo è sempre meno influenzato dalla natura e sempre più condizionato dalla cultura. Almeno nelle società opulente. Il rapporto è però contraddittorio: l'edonismo dilagante impone di trarre dal cibo il massimo godimento, ma al tempo stesso di evitarne l'impatto negativo sul corpo. Un corpo che si fa sempre più terreno della progettualità individuale e componente emblematica dell'identità personale e sociale. Il controllo sul proprio corpo si esercita tuttavia in corrispondenza all'etero definizione delle mete da perseguire: il cibo come consumo più che come nutrimento ed il corpo come contenuto, piuttosto che contenitore, dell'identità.


    Collana Quaderni M@GM@


    Volumi pubblicati

    www.quaderni.analisiqualitativa.com

    DOAJ Content


    M@gm@ ISSN 1721-9809
    Indexed in DOAJ since 2002

    Directory of Open Access Journals »



    newsletter subscription

    www.analisiqualitativa.com