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    M@gm@ vol.5 n.3 Luglio-Settembre 2007

    IL COUNSELING SISTEMICO PLURALISTA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA


    (Cecilia Edelstein, Il counseling sistemico pluralista: dalla teoria alla pratica, Erickson, Collana di Psicologia, 2007, 395 p.)

    Guido Veronese

    guido.veronese@tiscali.it
    Si è laureato a Padova in Psicologia ad indirizzo clinico e di comunità; È psicoterapeuta della famiglia, della coppia e dell'individuo e mediatore famigliare di orientamento sistemico; Dottore di ricerca (Phd) in Psicologia Clinica, collabora come ricercatore assegnista con la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli studi di Milano Bicocca; Svolge attività clinica privatamente e come consulente presso il consultorio accreditato della clinica Mangiagalli di Milano; si occupa di psicologia dell'emergenza in collaborazione con l'Institue for Family Therapy and research "Al Madina" di Nazareth.

    Cecilia Edelstein si addentra in un terreno assai poco battuto, quello dell’integrazione e del dialogo tra diversi modelli sistemici. L’origine multicentrica e polisemica delle terapie familiari non ha mai, paradossalmente, prodotto un dialogo fertile tra i diversi orientamenti creando non pochi problemi ai neofiti che volessero addentrarsi nel territorio degli approcci relazionali. Non è un caso che non sia affatto scontato individuare una definizione univoca e condivisa di terapia familiare.

    Le scuole dagli anni Sessanta del secolo scorso ad oggi si sono susseguite con vertiginosa turbolenza; alcune di esse vivono ancora oggi un fertile momento di sviluppo, altre involvono fino a scomparire senza lasciare traccia. Sconcertante appare l’assenza di una volontà di dialogo tra gli scolarchi, morbosamente attaccati all’ortodossia dei propri maestri e il più delle volte più preoccupati di salvaguardare il proprio sguardo piuttosto che rivelarsi inclini a fornire nuova linfa vitale al modello. Tali resistenze rischiano di mettere in crisi un approccio, quello sistemico, che oggi in alcuni ambienti (vedi ad esempio l’Accademia) fatica a trovare lo spazio che gli competerebbe. Paradossalmente alcuni “neo-sistemici” sembrano maggiormente innamorati delle concettualizzazioni intrapsichiche e acontestuali, piuttosto che disposti alla pericolosa ricerca di nuovi stimoli nel variegato universo dei sistemi complessi.

    Edelstein attacca con decisione il pregiudizio, tratta con irriverenza la scuola di Milano, apre alla narrazione lo strutturalismo di Minuchin e ipotizza servendosi delle tecniche umanistico esperienziali di Virginia Satir. Strutturalismo, seconda cibernetica, approccio narrativo e modelli umanistici, nel libro della Edelstein si ingaggiano in una danza creativa che trova nella poco conosciuta (e valorizzata) disciplina del counseling terreno fertile per sperimentare nuove vie evolutive per il pensiero sistemico.

    La pratica clinica non subisce l’epistemologia e l’epistemologia non teme di incarnarsi nella pratica clinica. Un’operazione da molti considerata ardita ed eretica trova nei primi capitoli del libro un’insperata armonia e proporzione tra le parti che si amalgamano con estrema naturalezza nell’originale pensiero sistemico pluralista.

    Il primo capitolo si sofferma su una disamina della professione di aiuto e della professione counseling, alla perenne rincorsa della presunta sorella maggiore, più prestigiosa e blasonata, la psicoterapia. L’autrice invita il counselor a trovare un proprio spazio, un’identità che lo liberi dalla sudditanza indotta dal potere psichiatrico in primis, ma anche dall’egemonia dello psicoterapeuta e ricorda come le terapie familiari storicamente si siano sviluppate dal counseling e dalle professioni d’aiuto cercando un punto di discontinuità con quelle discipline “psi” contro cui si sono levati gli anatemi di personalità del calibro di Gregory Bateson e Jay Haley.

    Il secondo capitolo esplora i modelli epistemologici che hanno informato il più fertile dibattito scientifico del secolo scorso: cibernetica, teoria dei sistemi, teorie della comunicazione tra cui i paradossi e i circuiti bizzarri concorrono ad introdurre quelle tecniche che fanno del modello sistemico pluralista un unicum nel panorama delle terapie relazionali.

    Il terzo capitolo è dedicato ad alcuni pionieri della terapia familiare, quei commensali che l’autrice, come indicato da Sal Minuchin nella breve, lucida e affettuosa prefazione, mette intorno ad un tavolo per dialogare, pur restando fedeli al proprio modello.

    Il quarto capitolo apre alle caratteristiche peculiari dell’approccio pluralista, alle tecniche verbali, non verbali ed espressive e alla loro applicazione nella pratica clinica.

    La seconda parte del libro, collettanea, presenta il lavoro delle principali scuole di counseling del Nord Italia nei più disparati ambiti di applicazione: dalla clinica all’ambito sanitario, dalla scuola all’azienda.

    L’opera appare corposa e densa di concetti, rigorosa dal punto di vista scientifico, fedele ed esaustiva per quanto riguarda la ricostruzione storica. Interessante, e questo può essere un invito all’autrice, sarebbe dare un’evidenza empirica al modello, mettendolo a confronto con gli esiti e il processo dei diversi approcci sistemici. Quello proposto dalla Edelstein non appare un modello integrato e neppure eclettico, ma un primo doveroso passo verso una sintesi all’interno della galassia sistemica a rischio di dissipazione. Ancora una volta è il counseling a fare da apripista.

    Il libro appare strutturarsi in diversi strati di complessità. L’approccio per il lettore può avvenire a diversi livelli, secondo il principio sistemico per cui il semplice spiega il complesso. Il libro è accessibile e approcciabile, data la sua natura composita, da un vasto pubblico: operatori, counselor e psicoterapeuti formati e in formazione, studenti universitari e “lettori ingenui”, appassionati di comunicazione, interazione e relazioni.



    Cecilia Edelstein, Il counseling sistemico pluralista: dalla teoria alla pratica, Erickson, Collana di Psicologia, 2007, 395 p.

    Cecilia Edelstein presenta al pubblico italiano il primo volume sistematico e completo sul counseling sistemico, inquadrandolo nei suoi sviluppi storici e socio-culturali, nei suoi riferimenti teorici ed epistemologici, per arrivare a definire un modello pluralista di counseling che, traendo le sue origini dalla terapia familiare e dal pensiero sistemico nelle sue varie declinazioni, rivela le proprie potenzialità in un'ampia varietà di contesti. In questo modello, le abilità comunicative - non solo vergali - vengono a essere il motore del processo evolutivo che porterà il cliente a essere protagonista attivo del cambiamento all'interno del proprio contesto di vita e di relazioni. Completano il volume le esperienze di professionisti che lavorano nei diversi ambiti del counseling, che offrono al lettore una ricca panoramica sulle possibilità della sua applicazione, ampliando gli orizzonti della relazione di aiuto.

    L’AUTRICE Cecilia Edelstein è psicologa, terapeuta familiare, etnopsicologa e counselor. Presidente dell’associazione Shinui – Centro di Consulenza sulla Relazione –, è direttrice della Scuola di Counseling Sistemico Pluralista di Bergamo. Collabora con numerosi enti pubblici e privati in percorsi di formazione, consulenza e supervisione su temi legati all’approccio sistemico, alla terapia familiare, al counseling, al fenomeno migratorio, all’intercultura, alla mediazione.

    Con i contributi di: A. Battaglia, S. Benedetti, G. Bert, I. Bozzetto, A. Caruso, C. Fabbri, I. Grandini, M. Giuliani, A. Martinelli, T. Monini, P. Muraro, G. Parisi, S. Quadrino, L. Ubbiali, F. Vadilonga.

    INDICE DEL VOLUME

    - Ringraziamenti (Cecilia Edestein)
    - Prefazione (Salvador Minuchin)
    - Introduzione (Cecilia Edestein)

    PRIMA PARTE
    Teoria
    Cap. 1 Professione counseling e contesto storico socio-culturale (Cecilia Edelstein)
    Cap. 2 Le radici epistemologiche del counseling sistemico pluralista (Cecilia Edelstein)
    Cap. 3 I pionieri della terapia familiare (Cecilia Edelstein)
    Cap. 4 Il modello sistemico pluralista nel counseling (Cecilia Edelstein)

    SECONDA PARTE
    Pratica
    Cap.5 Dagli opposti alla complementarità: counseling psicologico e libertà di scelta (Massimo Giuliani)
    Cap. 6 Counseling con bambini e genitori nei processi di separazione (Francesco Vadilonga)
    Cap. 7 Il counseling nell'ambito della tutela minorile (Igino Bozzetto)
    Cap. 8 Il counseling con gli anziani e le loro famiglie (Giuseppina Parisi)
    Cap. 9 Un'esperienza di counseling genitoriale a Ferrara (Antonella Battaglia, Sandra Benedetti, Cristina Fabbri e Tullio Monini)
    Cap. 10 L'insegnante con abilità di counseling (Luigi Ubbiali)
    Cap. 11 Il counseling sistemico in ambito sanitario (Giorgio Bert e Silvana Quadrino)
    Cap. 12 Il fisioterapista counselor e la costruzione di un'alleanza terapeutica (Antonella Martinelli)
    Cap. 13 Dal contesto del colloquio ai macrocontesti: l'altravisione come linea guida per la costruzione del cambiamento (Antonio Caruso e Isabella Gandini)
    Cap. 14 Il disagio della famiglia nelle aziende familiari: lo spazio del counseling (Piero Muraro)


    Collana Quaderni M@GM@


    Volumi pubblicati

    www.quaderni.analisiqualitativa.com

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    M@gm@ ISSN 1721-9809
    Indexed in DOAJ since 2002

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