Il counseling e le culture: le culture del counseling
Massimo Giuliani (a cura di)
M@gm@ vol.5 n.2 Aprile-Giugno 2007
PROSPETTIVE DELL'ASCOLTO MITOPOETICO 
                    NELLA RELAZIONE D'AIUTO
        
      Orazio Maria Valastro
valastro@analisiqualitativa.com
        Presidente Osservatorio dei Processi 
                    Comunicativi, Associazione Culturale Scientifica (www.analisiqualitativa.com); 
                    Dottorando di Ricerca all'IRSA-CRI (Institut de Recherches 
                    Sociologiques et Anthropologiques - Centre de Recherches sur 
                    l'Imaginaire) presso l'Università degli Studi ''Paul Valéry'' 
                    di Montpellier; Laureato in Sociologia (Università degli Studi 
                    René Descartes, Parigi V, Sorbona); Fondatore, Direttore Editoriale 
                    e Responsabile della rivista internazionale di scienze umane 
        e sociali M@gm@.
L’ascolto 
                    del Sé esistenziale
                    
                    Iniziamo a considerare quelle peculiarità che partecipano 
                    alla caratterizzazione del concetto di counseling, cogliendo 
                    alcune connessioni teoriche e valutando le prospettive degli 
                    approcci fondati sulla centralità e sulla 
                    multireferenzialità della persona, rispettivamente 
                    attribuibili a Carl Ransom Rogers e René Barbier, nell’ambito 
                    della relazione d’aiuto, la formazione e lo sviluppo della 
                    persona, il sostegno a persone in difficoltà.
                    
                    Possiamo definire e sintetizzare la figura di Rogers, consapevoli 
                    della parzialità di ogni sintesi, come uno psicologo umanista 
                    e clinico, innanzi tutto umanista poiché interessato ad un 
                    approccio centrato sulla persona (Rogers, 2001) alla ricerca 
                    della dinamica del cambiamento nella personalità, 
                    al fine di sostenere ed accompagnare l’individuo verso una 
                    vita piena, educando allo sviluppo della persona attraverso 
                    un ascolto consapevole di sé. Il bisogno sociale, 
                    compreso e preso in esame da Rogers, nel suscitare il processo 
                    creativo degli individui, è correlato ad una condizione di 
                    centralità della persona irrinunciabile per l’affermazione 
                    di quest’ultima. Le condizioni per lo sviluppo di una creatività 
                    costruttiva che sostengono l’espressione di sé, l’immaginazione 
                    e l’autodeterminazione della persona, sono date dal sentimento 
                    di essere psicologicamente tutelato, l’accettazione incondizionata 
                    dell’individuo, e dalla comprensione empatica che consente 
                    l’astensione dal giudizio (Nathalie Rogers, 2004).
                    
                    Una pedagogia che valorizza queste prerogative, nell’educazione 
                    allo sviluppo della persona (Rogers, 1966) e nell’animazione 
                    dei gruppi, sostiene dei dispositivi di formazione innovativi 
                    fondando una ricomposizione dei valori pedagogici nella relazione 
                    e nella tutela della libertà (Rogers, 1971) e del rispetto 
                    reciproco: i valori dell’ascolto (Randin, 2002), della fiducia, 
                    del riconoscimento incondizionato dell’altro. Possiamo individuare 
                    una relazione comune tra pensiero clinico e pedagogico nell’intento 
                    comune di facilitare e sostenere il cambiamento, l’apprendimento 
                    e la crescita personale: l’avvento di una nuova persona 
                    creatrice della sua vita, una vita aperta verso il 
                    possibile affinché trovi il proprio cammino (Barbier, 2001). 
                    Riscontriamo inoltre un importante riconoscimento, in ambito 
                    pedagogico, della portata politica della proposta di un approccio 
                    fondato sulla centralità della persona: il cambiamento del 
                    mondo passa innanzi tutto attraverso il cambiamento 
                    della persona nelle relazioni con se stessa, gli altri ed 
                    il mondo (Barbier, 2001).
                    
                    Un approccio transversale, fondandosi anch’esso sulla centralità 
                    e sul cambiamento della persona, c’invita a riflettere sulla 
                    valenza dell’ascolto mitopoetico, sviluppato nell’ambito d’orientamenti 
                    clinici e terapeutici. L’ascolto dell’altro, persona, gruppo 
                    o comunità, nella relazione e nella comunicazione, sostiene 
                    il cambiamento personale integrando quella trasversalità 
                    che caratterizza la struttura stessa dell’esistenzialità del 
                    soggetto (Barbier, 1997). Una transversalità che 
                    sollecita un ascolto sensibile e consapevole di sé rispetto 
                    ad un immaginario complesso, sul piano delle pulsioni, e su 
                    quello sociale e sacrale, stimolando una modalità comprendente 
                    che consideri la totalità della vita in atto della persona 
                    attraverso una visione multireferenziale in grado di articolare 
                    un ascolto scientifico-clinico, filosofico-spirituale e poetico-esistenziale.
                    
                    L’ascolto sensibile dell’altro
                    
                    Tra le molteplici e autorevoli definizioni del concetto di 
                    counseling, possiamo ricordarne e considerarne alcune, cercando 
                    di mettere in evidenza delle peculiarità specifiche:
                    - l’orientamento e il sostegno allo sviluppo delle potenzialità 
                    personali, collocano l’intervento professionale nell’ambito 
                    della risoluzione del conflitto esistenziale e del disagio 
                    emotivo che compromettono l’espressione compiuta e creativa 
                    della persona (Società Italiana di Counseling);
                    - il sostegno allo sviluppo delle potenzialità si caratterizza, 
                    inoltre, come un processo d’apprendimento attraverso un’interazione 
                    tra due persone finalizzata allo sviluppo della propria consapevolezza 
                    personale, agendo sulle emozioni e sui pensieri (Associazione 
                    Italiana di Counseling);
                    - questa stessa interazione supporta un processo relazionale 
                    che diviene opportunità e sostegno ulteriore, per sviluppare 
                    risorse personali e promuovere il benessere delle persone 
                    (Coordinamento Nazionale Counsellors Professionisti);
                    - una finalità complementare è, conseguentemente, la promozione 
                    del benessere concepito come benessere psico-fisico e socio-ambientale 
                    degli individui, dei gruppi e delle comunità (Registro Italiano 
                    dei Counselor).
                    
                    Possiamo elencare infine le seguenti peculiarità del counseling:
                    - processo relazionale;
                    - consapevolezza di sé;
                    - sviluppo potenzialità risorse;
                    - benessere psico-fisico e socio-ambientale.
                    
                    Confrontando queste definizioni con un approccio sistemico 
                    pluralista, possiamo continuare a collocare la nostra 
                    riflessione in una prospettiva che considera come “il 
                    counseling è una professione d’aiuto che, attraverso la relazione 
                    fra professionista e cliente (individuo, famiglia o gruppo), 
                    mira a migliorare la qualità della vita, a facilitare processi 
                    di cambiamento e a rinforzare percorsi evolutivi valorizzando 
                    sia le risorse sia le relazioni con l’ambiente circostante” 
                    (Edelstein, 2007, p. 21). Le variabili messe in luce da questa 
                    definizione - a) la relazione d’aiuto e una professione 
                    d’aiuto, b) la relazione fra professionista e cliente, c) 
                    i processi di cambiamento, d) i percorsi evolutivi, e) la 
                    valorizzazione delle risorse, f) le interconnessioni con l’ambiente 
                    circostante (Edelstein, 2007, p. 177-178) - tengono presenti 
                    la rilevanza del sistema nel quale si collocano gli attori 
                    e le relazioni che li interessano, valutando il lavoro di 
                    co-costruzione delle attribuzioni di significati come elemento 
                    cardine dell’attivazione dei processi di cambiamento in un 
                    sistema relazionale. Le prerogative di un approccio sistemico 
                    pluralista nella relazione d’aiuto sono in ultima istanza: 
                    “costruire cambiamenti desiderati in situazioni conflittuali 
                    e di disagio relazionale; facilitare il superamento delle 
                    crisi di transizione, permettendo la crescita e lo sviluppo; 
                    agevolare l’elaborazione di eventi traumatici o luttuosi, 
                    aprendo lo spazio a nuove emozioni; aiutare nelle scelte e 
                    nei processi decisionali, ampliando gli orizzonti; accompagnare 
                    processi evolutivi e comunicativi, migliorando la qualità 
                    della vita” (Edelstein, 2007, p. 178-184).
                    
                    Coerentemente con queste peculiarità, possiamo assegnare un 
                    valore predominante all’incontro e alla comunicazione, concependo 
                    la persona come unità esistenziale e categoria etica. Questo 
                    ci avvicina alla concezione mitopoetica di René Barbier che 
                    rifiuta una visione della persona considerata unicamente rispetto 
                    al proprio habitus sociale, entità già costituita, quindi, 
                    contrastando in sostanza un approccio socio-politico e riduttivo 
                    che rimuove la dimensione spirituale, emotiva, poetica 
                    e creatrice, delle donne e degli uomini. Riconoscendo 
                    questa pluralità esistenziale e transversale nel processo 
                    relazionale, integrando altresì l’immaginario radicale 
                    e sociale che sostiene il processo creativo delle persone, 
                    s’individua in questo stesso processo un ruolo dinamico che 
                    facilita il cambiamento esistenziale.
                    
                    Nella relazione d’aiuto, concepita in quanto ascolto della 
                    sofferenza dell’altro nell’ambito della comunicazione, l’ascolto 
                    mitopoetico introduce un ascolto sensibile e multireferenziale 
                    in quanto presuppone un’apertura verso l’altro, un’apertura 
                    verso il suo “universo simbolico e immaginario” (Barbier, 
                    1997, p. 152). Noi ascoltiamo animati da nuclei d’interesse 
                    costituitisi nel corso della nostra vita e attraverso le istituzioni 
                    che abbiamo attraversato, manifestazione non cosciente dell’habitus 
                    che riproduce le strutture sociali originarie di cui abbiamo 
                    dimenticato le origini. Ci apriamo verso l’altro seguendo 
                    una direttività interna sociologicamente e psicologicamente 
                    determinata, sottovalutando la dimensione del ricevere nell’ascolto 
                    in quanto ascolta colui il quale è in grado di “desiderare 
                    ascoltare il desiderio dell’altro” (Barbier, 
                    1997, p. 155).
                    
                    L’ascolto sensibile conferisce al concetto di sensibilità 
                    una sua specifica caratteristica: la sensibilità si 
                    definisce pertanto come “un’empatia generalizzata rispetto 
                    a tutto ciò che vive e a tutto ciò che è” (Barbier, 
                    1997, p. 288). Un ascolto che si apre al significato del nostro 
                    collocarci ed essere nel mondo, vissuto e simbolico, all’interno 
                    di un sistema di riferimento, gruppo o istituzione, al nostro 
                    desiderio di essere autonomi e al tempo stesso stabilire o 
                    ristabilire connessioni, creare o ricreare dei legami sociali, 
                    ricollegandosi a noi stessi e al mondo attraverso gli altri, 
                    ricercando legami significativi (Bolle De Bal, 1988).
                    
                    Possiamo differenziare diversi tipi di sensibilità:
                    - sensitiva, una sensibilità che si fonda 
                    sulle sensazioni nei rapporti percettivi della persona nei 
                    confronti del mondo;
                    - affettiva, un’esplosione di emozioni rispetto 
                    a situazioni che sconvolgono le strutture costituite;
                    - intuitiva, una sensibilità che rivela quella 
                    parte collegata ma ancora non cosciente dell’essere al mondo 
                    e si esprime attraverso la creazione simbolica e mitopoetica;
                    - noetica, l’espressione di una persona che 
                    può andare molto lontano nella realizzazione del suo processo 
                    d’individuazione e coscienza attiva del Sé.
                    
                    Un ascolto mitopoetico dell’immaginario
                    
                    Il processo relazionale e l’incontro nella sua immediatezza, 
                    la presenza all’altro, l’istante presente come fondamento 
                    di un approccio sulla centralità della persona, può integrare 
                    un ascolto sensibile potenziando un’altra condizione 
                    fondamentale: la libertà della persona nella relazione 
                    (Rogers, 1961). L’ascolto sensibile prima di situare una persona 
                    rispetto al suo ruolo e al suo statuto sociale, invita a riconoscere 
                    la persona in quanto “essere, nella sua qualità di persona 
                    complessa dotata di una libertà e di un’immaginazione creatrice” 
                    (Barbier, 1997, p. 293). Aprirsi ad un ascolto sensibile dell’altro 
                    consente di sostenere la libertà e la creazione, rapportandosi 
                    ad un approccio clinico e terapeutico incentrato sulla persona, 
                    rifiutando al tempo stesso la violenza simbolica esercitata 
                    dalla figura del terapeuta. Nella terapia incentrata sulla 
                    persona si è manifestato questo fondamentale cambiamento del 
                    paradigma antropologico e terapeutico, concependo l’essere 
                    umano come persona. L'approccio transversale di René 
                    Barbier, concepito come ascolto scientifico e mitopoetico 
                    fondato sulla persona, entità in relazione con se stessa, 
                    gli altri ed il mondo, sostiene la centralità della persona 
                    portatrice di questa complessa relazione con il mondo e le 
                    cose del mondo.
                    
                    L’approccio transversale ci permette di riconoscere la dimensione 
                    mitopoetica del soggetto, “gli psicoterapeuti hanno riconosciuto 
                    poco alla volta il valore e la valenza mitopoetica nella cura” 
                    (Barbier, 1997, p. 198), come possibilità di un soggetto nuovo, 
                    in grado di riequilibrare la visione della società, di se 
                    stesso e del mondo, e questo significa riconoscere e integrare 
                    l’immaginario come funzione psichica e della creatività simbolica 
                    (Yves Durand, 1988), dinamismo prospettico che attraverso 
                    le stesse strutture del progetto immaginario tenta di migliorare 
                    la situazione dell’uomo nel mondo.
                    
                    Come ascoltare questo immaginario? Rendendo operanti 
                    tre tipi di ascolto:
                    - scientifico-clinico, caratterizzato dal 
                    suo approccio centrato sul soggetto attraverso la metodologia 
                    della ricerca azione esistenziale e comunitaria;
                    - poetico-esistenziale, un’ermeneutica instaurativa 
                    che concepisce la persona dotata d’immaginazione e il suo 
                    modo di essere, creare, immaginare, inventare;
                    - spirituale-filosofico, ascolto dei valori 
                    e del significato della vita negli individui, nei gruppi e 
                    nelle comunità.
                    
                    Un ascolto mitopoetico si delinea attraverso questi tipi d’ascolto 
                    che si aprono verso altrettante forme dell’immaginario che 
                    devono essere messe in relazione:
                    - un immaginario personale-pulsionale, come 
                    origine, processo e risultato che si fonda sulle pulsioni 
                    dell’essere umano;
                    - un immaginario sociale-istituzionale, creazione 
                    di significazioni sociali e dinamica dei rapporti di forza 
                    e significati;
                    - un immaginario-sacrale, impatto delle forze 
                    ed energie che ci attraversano senza poterle controllare.
                    
                    L’ascolto come presenza meditativa
                    
                    Non trascuriamo come l’approccio centrato sulla persona, si 
                    sia sviluppato dal concetto di non-direttività 
                    nella relazione d’aiuto e nel colloquio in abito clinico e 
                    terapeutico. Un approccio non-direttivo si distingue da un 
                    approccio direttivo nei seguenti punti fondamentali (Blanchet, 
                    1985):
                    - facilita l’espressione della persona come 
                    attitudine e stile generale d’intervento nella relazione d’aiuto 
                    e nel colloquio;
                    - gli interventi del counselor sono incentrati 
                    sulla persona e non sul problema della persona;
                    - favorisce una presa in carico da parte 
                    della persona per stimolarne una richiesta d’aiuto la cui 
                    finalità è il cambiamento, lasciando alla persona la libertà 
                    di scegliere gli obiettivi;
                    - la richiesta di aiuto crea una situazione 
                    di dipendenza la cui delucidazione favorisce il buon esito 
                    della terapia.
                    
                    Un approccio non-direttivo presuppone inoltre alcune condizioni:
                    - l’obiettivo di un cambiamento deve essere 
                    compatibile con la situazione concreta della 
                    persona;
                    - lo stato di tensione può facilitare una 
                    risoluzione di conflitti e si sviluppa a partire delle pulsioni 
                    e dai conflitti con il gruppo sociale d’appartenenza;
                    - l’impossibilità della persona di trattare da sola 
                    le tensioni nate dal conflitto che subisce e che 
                    le alimenta.
                    
                    Molti dibattiti sono stati suscitati dal concetto di non-direttività 
                    posta come attitudine e abilità nell’intervento clinico, insistendo 
                    sull’ambito metodologico e sulle sue proprietà formali. Sulle 
                    tracce di questo dibattito, in merito alla formalizzazione 
                    di una metodologia della non-direttività, è maggiormente importante 
                    considerare la centralità della persona ed il suo contributo 
                    al cambiamento nella concezione contemporanea del pensiero 
                    scientifico. Possiamo tuttavia seguire e introdurre un’altra 
                    riflessione che ci collega al contributo di un pensiero che 
                    permette di articolare complessità e implicazione, espresso 
                    dalla nozione d’im-plessità riferita ad una metodologia 
                    del pensiero complesso, opposta ad una cultura ed 
                    un sapere enciclopedico parcellizzato (Barbier, 1997, p. 160). 
                    L’im-plessità definita come “dimensione del carattere 
                    complesso delle implicazioni, complessità largamente opaca 
                    ad una interpretazione” (Barbier, 1997, p. 164), sostiene 
                    una riflessione ulteriore sul rinnovamento realizzatosi nell’ambito 
                    scientifico e clinico venendo meno le frontiere che differenziavano 
                    l’osservazione oggettiva e l’implicazione soggettiva degli 
                    attori coinvolti.
                    
                    La capacità di coniugare e articolare complessità e implicazione 
                    si collega al termine di referenza concepito come “nucleo 
                    di rappresentazioni” riferite all’ambito del simbolico, 
                    delle istituzioni e delle organizzazioni, dell’ideologia e 
                    del sacro, insieme alle caratteristiche transpersonali, concepite 
                    come superamento di sé in tutte quelle attività simboliche 
                    e artistiche, irriducibili a qualsiasi interpretazione scientifica 
                    ed inseparabili dal nucleo di riferimento dei valori ultimi 
                    del soggetto (Barbier, 1997, p. 161).
                    
                    Possiamo differenziare una multireferenzialità interna 
                    ed esterna:
                    - la prima, interna, intesa come non trasparenza 
                    delle referenze che un soggetto dotato di desiderio sviluppa 
                    durante i suoi molteplici itinerari esistenziali, è esaminata 
                    con un approccio comprendente, fenomenologico ed ermeneutico;
                    - la seconda, esterna, rinvia a reti simboliche 
                    di riferimenti teorici, sistemi di concetti scientifici e 
                    visioni fiolosofiche del mondo.
                    
                    L’ascolto diventa quindi sensibile e transversale, (Barbier, 
                    1997, p. 165) nel tentativo di fare coesistere esistenzialità 
                    interna del soggetto e multireferenzialità interna ed esterna, 
                    aprendosi in questo modo alla totalità della persona sensibile 
                    e multireferenziale come presenza meditativa, coscienza di 
                    essere ed esserci.
                    
                    L’empatia nel processo relazionale e nella 
                    comunicazione assume, con l’ascolto sensibile, un’accezione 
                    particolare, diventa presenza meditativa 
                    rispetto alla centralità della persona (Barbier, 1997, p. 
                    298), caratterizzata come auto-maieutica-implicazionale 
                    (Barbier, 1997, p. 164) in grado di salvaguardare la libertà 
                    della persona e considerare la transversalità esistenziale 
                    esplorando “diverse implicazioni personali nell’ottica 
                    di una delucidazione euristica” (Barbier, 1997, p. 164).
                    
                    Possiamo cogliere nell’approccio transversale uno specifico 
                    contributo alla nostra consapevolezza sulle problematiche 
                    metodologiche del colloquio e dei processi di comunicazione, 
                    avendo appreso come sia indispensabile verificare le credenze 
                    ed i sistemi di rappresentazione che fanno maturare la scelta 
                    della persona (Arcuri, Pizzini, 2000): l’integrazione euristica 
                    ed ermeneutica dell’esistenzialità interna ed esterna, a partire 
                    della quale maturano scelte e orientamenti capaci 
                    di aprirsi al possibile e al cambiamento.
                    
                    Equipe multidisciplinare e approccio transversale
                    
                    La complessità dell’immaginario è considerata, 
                    inoltre, rispetto alla propria transversalità, 
                    definita come “rete simbolica specifica, dotata, in relazione 
                    e in proporzioni variabili, di una componente strutturale-funzionale 
                    in interrelazione con una componente immaginaria, relativamente 
                    strutturata e stabile” (Barbier, 1997, p. 313).
                    
                    Una transversalità fantasmatica: l’immaginario 
                    pulsionale, i fantasmi degli individui o dei gruppi sociali 
                    che si manifestano nella manifestazione e nell’esperienza 
                    dell’Eros, attrazione del vivente verso il vivente; di Thanatos, 
                    processo di decostruzione dal complesso verso l’elementare; 
                    e di Polémos, la dinamica del desiderio di confrontarsi.
                    
                    Una transversalità istituzionale: la rete 
                    simbolica socialmente riconosciuta suscitata dall’immaginario 
                    sociale secondo una logica dialettica che mette in tensione 
                    istituito ed istituente nel processo d’istituzionalizzazione.
                    
                    Una transveralità noetica: afferma simbolicamente 
                    il gioco dell’immaginario sacrale rispetto al mistero dell’essere 
                    al mondo.
                    
                    L’ascolto transversale dell’immaginario così differenziato, 
                    interpreta una pluralità esistenziale fondata sulla 
                    centralità della persona, il vissuto, i discorsi 
                    e le pratiche concrete degli individui, dei gruppi e delle 
                    organizzazioni, unitamente all’immaginario radicale e sociale.
                    
                    Confrontarsi con una simile problematica significa, nel contesto 
                    di un intervento multidisciplinare, sviluppare delle capacità 
                    di lavoro in équipe che ci permettono di aprirci “ad una 
                    sensibilità interculturale, transdisciplinare, pluriesistenziale, 
                    fondandosi al tempo stesso sulla relativa padronanza di una 
                    o più discipline scientifiche o esperienze umane significative, 
                    opposte e complementari” (Barbier, 1997, p. 314).
                    
                    Questo implica, insieme alla prospettiva dell’ascolto sensibile 
                    e mitopoetico nella centralità della persona, un’implicazione 
                    che si caratterizza come presenza meditativa in grado di renderci 
                    consapevoli e abbracciare, gli uni e gli altri, una 
                    visione multirefenziale, una pluralità delle prospettive, 
                    modi di vedere e ascoltare, della persona:
                    - la sua relazione al gruppo, all’organizzazione e all’istituzione;
                    - il suo vivere lo spazio ed il tempo, il modo di situarsi 
                    nello spazio e nel tempo storico, economico, sociale e politico, 
                    culturale e psicologico, biologico e cosmico;
                    - i suoi riferimenti teorici, modi di interpretare e attribuire 
                    significati e senso.
                    
                    Conclusioni
                    
                    L’analisi istituzionale rivolta al cambiamento sociale (Ardoino, 
                    1980) ha messo in discussione strutture e sistemi, valori 
                    e progetti politici, valutando la valenza della ricerca azione 
                    istituzionale (Barbier, 1978) rispetto alle pratiche collettive 
                    degli attori di un sistema sociale. Questo ha determinando 
                    l’esigenza di sviluppare, in seno al dibattito sulla trasferibilità 
                    delle esperienze nell’ambito della ricerca azione, un approccio 
                    ermeneutico, analitico ed interpretativo, sostenendo una maggiore 
                    consapevolezza rispetto alla necessità di mettere in relazione 
                    una pluralità di prospettive (Ardoino, 1980). Un approccio 
                    sistemico pluralista è in questa accezione dischiuso al ruolo 
                    dell’immaginario nel sistema relazionale nel quale è collocato, 
                    laddove il paradigma sistemico ritrova e focalizza il progetto 
                    umano ed esistenziale partendo dalle storie e dalle relazioni, 
                    rivelando il divenire delle donne e degli uomini che al tempo 
                    stesso diventano letture plurali di “un’antropologia del 
                    progetto”, articolando differenti dimensioni (Boutinet, 
                    1990): biologica, la necessità vitale; fenomenologica, la 
                    condizione esistenziale; prasseologica, prospettiva pragmatica; 
                    ed etnologica, possibilità culturale. L’approccio transversale 
                    di René Barbier sviluppa e considera l’asse mitopoetico di 
                    un ascolto sensibile nella relazione d’aiuto, riconoscendo 
                    “la potenza dei simboli e dei miti nella vita individuale 
                    e sociale” (Barbier, 1997, 317), senza tuttavia sottovalutare 
                    l’asse politico composto da componenti sociali e materiali, 
                    politiche e giuridiche, libidinali e ideologiche, comunicative 
                    e spazio-temporali. L’ascolto mitopoetico colloca l’immaginario 
                    in relazione al mito, attualizzato e ritradotto nella pratica 
                    degli individui e dei gruppi sociali, ed alla dimensione poetica, 
                    sensibile a qualsiasi forma di simbolismo creativo, emergente 
                    ed istituente, che in un contesto di ricerca azione esistenziale 
                    (Barbier, 1997) considera la comprensione e l’interpretazione 
                    della transversalità intesa come esistenzialità interna nella 
                    quale maturano scelte e orientamenti capaci di aprirsi al 
                    possibile ed al cambiamento.
                    
                    
                    BIBLIOGRAFIA
                    
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                    Bolle de Bal Marcel, La reliance ou la médiatisation du lien 
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                    Actes du XIIIe Colloque de l'Association International des 
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                    Rogers Carl Ransom, L’approche centrée sur la personne, Anthologie 
                    de textes présentés par Howard Kirschenbaum et Valerie Land 
                    Henderson, Lausanne, Editions Randin, 2001.
                    Rogers Nathalie, Vivifier la théorie de la créativité de Carl 
                    Rogers, Carrierologie, v.9, n.2, 2004.
                    
                    
                    SITOGRAFIA
                    
                    Associazione Italiana di Counselling (A.I.Co.)
                    www.aicounselling.it/
                    
                    Coordinamento Nazionale Counsellors Professionisti (C.N.C.P.)
                    www.conacop.it
                    
                    Registro Italiano dei Counselor (RE.I.CO.)
                    www.associazionereico.it
                    
                    Shinui - Centro di Consulenza sulla Relazione
                    www.shinui.it
                    
                    Società Italiana di Counseling (S.I.Co.)
                    www.counseling.it
 
      
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