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  • Il corpo come soggetto e oggetto di un'ermeneutica dell'educazione
    Magali Humeau (a cura di)

    M@gm@ vol.2 n.3 Luglio-Settembre 2004

    UNA TECNICA DI RILASSAMENTO DALLE TEORIE DI W. REICH



    (Traduzione Marina Brancato)

    Chantal Bauduin

    ch.BAUDUIN@wanadoo.fr
    Dottoranda in Scienze dell'Educazione all'Università di Pau e dei Paesi dell'Adour; membro del laboratorio di ricerca "Processi d'Accompagnamento e Formazione"; Responsabile indipendente di formazione, nel campo della relazione.

    Introduzione

    Nel lavoro di presa di coscienza del rilassamento, l'esperto percepisce un certo numero di difficoltà che, al di là del "corpo somatico", concernono quelle che sarebbero dell'ordine della psiche del soggetto con il quale egli lavora. Interviene anche una dimensione sociale, quando questa pratica si fa inoltre in gruppo di formazione, che può andare nel senso dell'aiuto o dell'impedimento. Le poste in gioco teoriche dell'opera di W. Reich potranno chiarire questa problematica per cercare di comprendere ciò che si gioca del corpo della persona attraverso un semplice lavoro di relazione.

    Ci siamo augurati di aderire, nel quadro di questo articolo, agli scritti dell'autore e a ciò che ne abbiamo compreso. In questo senso, riprendiamo il più possibile il suo linguaggio. Una grande parte del lavoro di Reich si situa rispetto alle correnti psicanalitiche dell'epoca, in termini di differenza. Non avendo una formazione psicanalitica, abbiamo letto questo lavoro concentrandoci sulla questione del corpo secondo l'autore, in rapporto con i conflitti psichici e le risonanze che possiamo percepire attraverso la nostra pratica.

    Insisteremo essenzialmente, in questo articolo, su qualche apporto teorico proprio dell'opera di Reich e tenteremo di mostrare come le sue idee possano alimentare la nostra riflessione pratica.

    I Nevrosi: la teoria dell'orgasmo

    Medico, sessuologo e psicanalista, Reich in un primo tempo aderisce con entusiasmo alle tesi di Freud sulla sessualità. Durante quattordici anni, egli s'inscrive in questa corrente per dissociarsene in seguito. Per l'autore, l'origine delle nevrosi, definite da Freud come "attuali", risultava da turbe recenti (attuali) nella vita sessuale. Reich le chiamerà più tardi "nevrosi di stasi". Nella teoria di Freud, i sintomi delle nevrosi "attuali" non tradivano alcun contenuto psichico, qualunque esso fosse, questo li differenziava dalle psiconevrosi, che avevano sempre un contenuto psichico e persino un contenuto di natura sessuale. Reich conclude che la nevrosi di stasi era una turba somatica, dovuta ad un'eccitazione sessuale deviata perché frustrata, associando angoscia e turbe del sistema neuro- vegetativo (mal di schiena, nausea ...). La stasi sessuale creata da un'inibizione poteva a sua volta aumentare facilmente questa inibizione e riattivare delle idee infantili che prendano allora il posto dalle idee normali.

    Allo stesso modo, le turbe della sessualità essendo della stessa origine dei sintomi nevrotici, la nevrosi di "stasi" poteva essere alleggerita grazie alla potenza orgastica. Reich definiva questa come "la capacità di abbandonarsi al flusso dell'energia biologica senza alcuna inibizione, la capacità di scaricare completamente tutta l'energia sessuale repressa, per mezzo di gradevoli contrazioni del corpo" (Reich, 1997, pagina 85). "La facoltà di concentrarsi con tutta la propria personalità nel vissuto dell'orgasmo, malgrado tutti i conflitti possibili, è un altro criterio della potenza orgastica" (Reich, 1997, pagina 90). L'intero aspetto terapeutico consisteva così in preliminare, a rendere cosciente l'aspetto represso dalla sessualità. Questa condizione era sufficiente per condurre alla guarigione ma non necessariamente. Vi arrivava solo quando la fonte di energia, la stasi sessuale era completamente eliminata, in una scarica somatica completa. Ciò ha fondato quello che Reich ha definito la "teoria dell'orgasmo".

    Riguardo al problema dell'angoscia nella nevrosi, Reich partiva dal concetto originale di Freud citandolo così: "se l'eccitazione sessuale somatica impedisce di accedere alla coscienza e di essere scaricata, essa si converte in angoscia" (Reich, 1997, pagina 109). Egli modificherà questo concetto, al seguito del trattamento psicanalitico di due donne affette da una nevrosi cardiaca, perciò, ogni volta che l'eccitazione genitale appariva, l'angoscia cardiaca crollava, e la riprenderà nel modo seguente: "non vi è conversione dall'eccitazione sessuale all'angoscia". La stessa eccitazione, che appariva come un piacere nell'orgasmo genitale, si manifesta come un'angoscia se stimola il sistema cardiovascolare … Questa riflessione mi condusse direttamente alla mia teoria attuale: "la sessualità e l'angoscia rappresentano due direzioni opposte dell'eccitazione neurovegetativa." (Reich, 1997, pagina 110) La dimensione neurovegetativa appariva qui in maniera chiara.

    Allo stesso modo, Reich insiste sulla dimensione sociale delle nevrosi. Egli spiega che sono le condizioni di vita nelle quali sono situate le persone che favoriranno l'emergenza delle nevrosi, l'individuo dovrà sottomettersi a delle condizioni che lo obbligano ad integrare delle costrizioni esistenti tali che il conflitto interno prevarrà sulla propria capacità naturale ad amare. I successi, nei trattamenti dei suoi pazienti legati alla soppressione delle inibizioni genitali, gli permisero di scoprire che, lungi dal pervenire alla liberazione dei "cattivi istinti" dei suoi clienti, questi sviluppavano più avanti, un vivo interesse nel loro lavoro se egli favoriva la loro realizzazione. In seguito due direzioni sembravano presentarsi: "Una conduceva ad un impegno più incisivo in qualche attività sociale; l'altra andava verso una violenta protesta contro il lavoro privo di significato, meccanico." (Reich, 1997, pagina 142) Così "tutto ciò che è incosciente non è necessariamente antisociale, in altre parole tutto ciò che è cosciente non è necessariamente sociale." (Reich, 1997, pagina 144)

    Reich, nelle sue teorie sulla nevrosi aggiunge una dimensione somatica, neurovegetativa e sociale ai conflitti psichici. Come sottolinea Pagès, "non si può ridurre l'eziologia della nevrosi alle sue cause interne, né alle sue origini storiche, tende essa stessa a stabilire un nuovo modo di relazione con l'ambiente (transfert) e questa relazione in cui l'ambiente ricopre il suo ruolo, la mantiene di rimando." (Pages, 1986, pagina 100) Queste ricerche possono così far comprendere una forma di autonomia relativa al corpo. Questo non essendo unicamente sottomesso ai fenomeni psichici, come lo lasciano intendere le teorie psicanalitiche dell'epoca, il corpo può essere all'origine dei conflitti psichici (stasi sessuale, problemi neurovegetativi), può esserne anche la traccia (rimozione tramite tensioni corporee). Abbiamo visto che esso partecipa attivamente alla liberazione dei conflitti grazie alla scarica orgastica, vedremo adesso che concorre direttamente al rinforzo della nevrosi per mezzo delle difese, quelle che frenano la presa di coscienza della rimozione della sessualità.

    II Il problema delle resistenze: la teoria della corazza caratteriale

    Nel lavoro analitico freudiano, era diffuso seguire la linea del materiale apportato dal paziente nel corso delle sedute. Questo era trattato in funzione delle sue manifestazioni. Questa maniera di fare sollevava il problema dell'interpretazione affrettata del materiale analitico. Il paziente, infatti, poteva divenire qualcuno di molto competente nella comprensione razionale delle sue turbe, senza tuttavia esserne guarito poiché, il percorso dell'interpretazione degli strati profondi dell'incoscienza era bloccato. Freud decise allora di lavorare sulle resistenze alla comprensione. Reich mostrerà che una delle resistenze più importanti poteva essere il carattere stesso del paziente. Spesso, infatti, si osservava nella cura analitica un grande numero di associazioni senza traccia di affetti, come se tutti gli sforzi terapeutici rimbalzassero su "un muro spesso e duro" ciò fece dire a Reich che, in realtà, fosse il carattere a resistere. Egli mise in luce così i fondamenti di un'analisi caratteriale basata sul concetto degli strati ovvero delle stratificazioni della "corazza". "Ciascuno di questi strati nella struttura del carattere è un pezzo di storia vivente che è conservato in un'altra forma e che è ancora attivo." (Reich, 1997, pagina 117) (la storia dei primi conflitti della prima infanzia.)

    Di conseguenza, "rendere cosciente l'incosciente non basta più. La dinamica dell'azione analitica non dipende dal contenuto dei materiali prodotti dal malato, ma dalle resistenze che gli oppone e dalle emozioni che egli prova eliminandole." (Reich, 2000, pagina 53) Lavorando così sulla messa in evidenza delle resistenze legate al carattere stesso della persona, che ritroviamo all'opera nella sua vita quotidiana. Reich ci mostra contemporaneamente l'aspetto difensivo del carattere ed il suo aspetto transferenziale di relazioni conflittuali infantili con il mondo circostante. Si tradurrà in aspetti formali del comportamento generale del paziente, attraverso il suo modo di parlare, di spostarsi, di comportarsi, di sorridere, di respirare, dall'apparenza fisionomica, dagli aspetti della sua gentilezza, della sua aggressività. Il carattere agisce, simile all'immagine di una corazza, come meccanismo di protezione narcisistico, permettendo all'individuo di mettersi simultaneamente al riparo dal mondo e dalle proprie tendenze incoscienti. "Il grado di mobilità del carattere, l'attitudine della corazza ad aprirsi o a richiudersi in funzione delle circostanze, determina la struttura caratteriale sana e nevrotica" (Reich, 2000, pagina 145), la corazza caratteriale essendo sia il risultato del conflitto sia il mezzo della risoluzione. Questa si accompagna spesso di una ipertonicità muscolare, isolando contemporaneamente l'individuo da sensazioni interne (assenza di contatto psichico) e da quelle del mondo esterno (insensibilità fisiologica). La tensione muscolare è quindi ciò che contiene l'angoscia vegetativa diffusa, l'angoscia di stasi. Lavorare sulle tensioni condurrà ad una dissoluzione dell'angoscia e permetterà alla persona di avere un'energia che potrà utilizzare in potenza sessuale, e in creatività in un lavoro nel quale cercherà di realizzarsi.

    Così Reich stabilì i rapporti tra la corazza caratteriale e la corazza muscolare, tra l'angoscia e la rigidità muscolare, tra lo sviluppo della mobilità libidinale e il rilassamento muscolare, tra la mancanza di contatto psichico e l'insensibilità fisiologica.

    III Che cosa succede nel rilassamento?

    La questione del rilassamento ci conduce a lavorare con ciò che è qui, nel qui e adesso della seduta e che farà da ostacolo. Ipotizziamo che le resistenze, che si stabiliranno, aldilà dei fenomeni di transfert positivo o negativo, di cui riparleremo, saranno direttamente legati al carattere della persona ed alla sua capacità di entrare in una dinamica di piacere. Di fronte ad una situazione piacevole, la corazza si rilassa, di fronte ad una situazione spiacevole si contrae. La mobilità della corazza, la sua attitudine ad aprirsi o a richiudersi in funzione delle circostanze farà la differenza tra le persone del gruppo in formazione. Lavoriamo dal "rilassamento coreano" dove l'uno dona e l'altro riceve del rilassamento. I binomi si fanno in funzione delle affinità di ciascuno., L'anticipo della situazione può condurre ad un surplus delle tensioni somatiche, per quanto insufficientemente queste condizioni saranno percepite come ansiogene, rinforzando le difese caratteriali di chi riceve. La reciprocità, nel donare e ricevere, induce una situazione di parità di fronte allo stesso avvenimento, che può contribuire a sollevare o trattenere le resistenze, conformemente alle attitudini infantili che avrebbero o non potuto trasferire nella relazione, proprie alla problematica di ciascuno.

    Ogni membro del binomio, a sua volta, sperimenterà un posizionamento attivo ed un altro passivo in questo accompagnamento e addomesticamento al rilassamento attraverso dei "supporti", delle piccole scosse, delle vibrazioni in diverse parti del corpo (induzione tattile). Questa stimolazione del corpo tangibile rinforza un vissuto sensoriale interno che potrebbe essere carente (persone iperattive e psico-rigide) e può avere una funzione rassicurante e contenente (funzione para-eccitazione) rispetto all'angoscia sollevata a contatto di un rilassamento classico attraverso induzione verbale. Essa permette al corpo di essere vissuto come una "presenza" attraverso dei movimenti che si situano tra altri movimenti attivi volontari ed un'assenza completa di movimenti. Queste mobilitazioni lente, precise, facilitano una sorta d'ascolto sensibile del corpo, destano delle sensazioni che attendono per manifestarsi di essere verbalizzate attraverso il sentire. La sensazione, infatti, appartiene al momento attuale (reale e immaginato). Essa ha un versante esterno (gli organi dei sensi), un versante interno (lo stato psicologico).

    All'incrocio dei due, il sentire non è l'unico modo d'espressione (psico-sensoriale) che tenterebbe di esprimere la realtà del soggetto. Esso ne organizza la comprensione, gli dà un senso. Reich scrive "è lampante rilevare come la dissoluzione di una rigidità muscolare non solo libera l'energia vegetativa, ma riporta inoltre alla memoria la stessa situazione infantile dove la rimozione ha avuto luogo. Possiamo dire che tutta la rigidità muscolare contiene la storia ed il significato della sua origine." (Reich, 1997, pagina 236) Così, attraverso questo incontro nel rilassamento coreano può crearsi una reale opportunità di riappropriazione di questa corazza, prendendo coscienza di tutto ciò che impedisce il movimento libero del corpo (accompagnamento attivo dei movimenti proposti, resistenze, automatismi). Sperimentando maggiormente il gioco, più apertura, gustando il piacere della vitalità del corpo, la persona sensibilizzata alle posture interne, dove si sente meglio, può nel suo quotidiano riparare le situazioni di conflitto (tra piacere e frustrazione morale) e negoziarle all'interno in modo più soddisfacente. Riguardo al piacere dato e ricevuto, c'è anche una modificazione di rappresentazioni di una maniera di essere in relazione, che rinforzerà la diminuzione dell'aspetto difensivo della persona e contribuirà ad una migliore socializzazione.

    Conclusione

    Tenendo conto degli aspetti psichici, somatici, neuro-vegetativi dei conflitti interni, l'analisi reichiana ristabilisce l'uomo nella sua globalità ed in questa ci appare ancora oggi molto pertinente. Ci autorizza ad uscire dalle separazioni corpo e spirito, oggettivo e soggettivo, realtà interiore e realtà esteriore nelle quali può intrattenerci la razionalizzazione degli affetti da una parte e/o la loro medicalizzazione dall'altra. Essa ci invita sulla strada dell'esperienza: si tratta di riconoscere la vita in noi, di "rilassarla" (nel senso di liberare un prigioniero) e di potenziare i processi d'auto-guarigione. In questo senso, essa ci invita a ritrovare una certa forma d'auto-regolazione e di responsabilità, per noi stessi, e nell'ambiente sociale e culturale nel quale agiamo.


    BIBLIOGRAFIA

    REICH Wilhelm (1952), La fonction de l'orgasme, Paris, l'Arche,1997, 300 p.
    REICH Wilhelm (1971), L'analyse caractérielle, Paris, Sciences de l'homme Payot, 2000, 465 p.
    PAGES Max, 1986, Trace ou sens, Paris, Hommes & groupes éditeurs, 217 p.


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    M@gm@ ISSN 1721-9809
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